Nonostante la costante enfasi sulla tenuta dei conti pubblici, il Governo si appresta a varare in queste settimane una manovra anticrisi pesante, di circa 25 miliardi di euro, per il biennio 2011-2012. Da quanto si apprende, le linee di intervento in via di definizione comprenderebbero, quasi per certo, una “stretta” sulle indennità di accompagnamento e alcuni quotidiani riportano più dettagliatamente l’ipotesi che l’erogazione dell’emolumento potrebbe essere condizionata al reddito.
La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) esprime la sua decisa preoccupazione rispetto all’eventualità di tagli nei confronti di quella che, tuttora, rappresenta l’unica forma certa di sistema assistenziale in Italia. «In un quadro nazionale dove l’assenza di servizi è un dato oggettivo – dichiara in tal senso Pietro Barbieri, presidente della FISH – i circa 470 euro mensili dell’indennità di accompagnamento sono la sola assistenza su cui può contare una persona con disabilità».
Questi fondi, in molti casi, coprono parte di un bisogno assistenziale che può richiedere – per un’adeguata presa in carico – fino a 2 o 3.000 euro al mese. Di conseguenza sono le famiglie, già oggi, a farsi carico dell’assistenza. Sottrarre reddito in questo ambito significherebbe non riconoscere come ci sia un bisogno assistenziale in Italia.
I dati – che grande risalto hanno avuto nelle ultime ore – testimoniano un significativo aumento di persone che beneficiano di questo emolumento; minore attenzione è stata invece prestata all’evidenza che ciò sia dovuto soprattutto al progressivo invecchiamento della popolazione. Nel caso poi di persone con disabilità dalla nascita, o che abbiano riportato una disabilità in età scolastica o lavorativa, è bene ribadire come l’indennità di accompagnamento rappresenti uno strumento minimo per l’inclusione sociale e che senza di essa moltissime persone sarebbero a serio rischio di segregazione, in casa o in istituto.
«Rifiutiamo categoricamente ogni attacco indiscriminato alle indennità di accompagnamento – ribadisce con forza Barbieri – e su questo tema la Federazione è pronta a valutare tutte le azioni necessarie a contrastare una misura che andrebbe a incidere, pesantemente, sulle vite di persone le quali quotidianamente affrontano discriminazioni e violazioni dei loro diritti».
A dispetto dunque dei moniti dell’associazionismo europeo e tra gli altri, nel 2008, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si sta concretizzando il timore che siano proprio le persone con disabilità a pagare per gli effetti della crisi. Una crisi reale, rispetto alla quale la FISH è tuttavia disposta a un confronto serio sui provvedimenti da porre in atto, a cominciare da un’analisi degli sprechi e delle reali inappropriatezze negli interventi destinati alle persone con disabilità. (Giuliano Giovinazzo)
Sulle questioni trattate nel presente testo suggeriamo anche la lettura – sempre nel nostro sito – di: Non possono essere le persone con disabilità a pagare per la crisi, disponibile cliccando qui e Ci risiamo: ancora i «falsi invalidi», mentre quelli veri sono in ginocchio… (di Franco Bomprezzi), disponibile cliccando qui.
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