Ancora una volta il Governo annuncia tagli alla Sanità e questa volta con la cosiddetta “manovra anticrisi”. Ma ridurre il finanziamento per il Servizio Sanitario non ha alcuna giustificazione. La crisi, infatti, non può essere usata come scusa, dal momento che la spesa sanitaria svolge di per sé una funzione anticiclica (perciò anticrisi) e di investimento pregiato anche per la ripresa dello sviluppo. In Italia, del resto, negli ultimi anni la spesa in rapporto al PIL [Prodotto Interno Lordo, N.d.R.] è rimasta nella media sia dei Paesi dell’Unione Europea che dell’OCSE [l’Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, N.d.R.]. Le proiezioni di spesa futura sono in linea con quelle degli altri Paesi europei.
La spesa sociale e sanitaria è spesa preziosa che serve a tutelare innanzitutto le persone più fragili: va usata con rigore e serietà; perciò efficienza ed efficacia sono obiettivi irrinunciabili. L’esperienza delle regioni più “virtuose” – al contrario di quelle con gravi disavanzi – dimostra che un vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma riorganizzando con coraggio i servizi sanitari: ridimensionamento e riqualificazione della rete ospedaliera, potenziamento dei servizi nel territorio (cure primarie, assistenza domiciliare, servizio emergenze), governo rigoroso delle strutture accreditate, integrazione fra assistenza sociale e sanitaria (non autosufficienza).
I tagli, in assenza di processi seri di riorganizzazione della spesa, significheranno solo riversare il deficit sulle Regioni e quindi sui cittadini costretti a pagare più tasse e più ticket. I cittadini saranno quindi penalizzati due volte: meno servizi o meno efficienti e più carico sul loro bilancio familiare già duramente attaccato dalla crisi. Mentre si compromette anche il difficile percorso di risanamento delle Regioni stesse con i piani di rientro dai disavanzi.
La riduzione dei finanziamenti, oggi, è il “grimaldello” di chi vuole usare il federalismo fiscale per ridimensionare il Servizio Sanitario Nazionale e così incrinare l’universalità del diritto alla Salute in tutto il Paese. Tagliando il Servizio Sanitario Nazionale si favorisce quindi il passaggio a un sistema “semi-mercantile”, nel quale la sanità sarà diseguale, e più costosa, come ai tempi delle vecchie mutue. Bisogna fermare queste scelte e riportare al centro di ogni decisione la persona, i suoi bisogni e i diritti di cittadinanza sanciti dalla Costituzione.
*SOS Sanità è un’organizzazione nata nel 2009 come appello firmato da migliaia di persone impegnate a vario titolo nelle politiche sociali e sanitarie.
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