La serie di seminari organizzati dalla Società Gewiss per promuovere la Domotica ad uso sociale (e il relativo Manuale illustrato per la domotica a uso sociale. La casa flessibile al servizio dell’uomo, Edizioni Tecniche Nuove), ha toccato, il 6 maggio scorso, anche la città di Pistoia [su tale evento si legga nel nostro sito il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.]. Un po’ di tempo per riordinare le idee – e per trovare l’occasione di scrivere due riflessioni – mi permettono di stendere alcune considerazioni.
I seminari, tenuti in varie città, sono occasioni di incontro tra persone (operatori e utenti) che dimostrano come la domotica abbia iniziato a diffondersi. Un interesse crescente che si aggiunge alla presenza sul mercato di prodotti (tangibili, acquistabili e sempre più accessibili in termini di costo) e alla disponibilità del citato manuale che cerca di affrontare in modo semplice e divulgativo gli aspetti tecnologici e le funzioni applicabili per una migliore autonomia e sicurezza delle persone in casa.
L’interesse verso questo tema va via via crescendo: significativa a Pistoia, ad esempio, la presenza dall’Azienda USL 3, che ha promosso il seminario e che da tempo è attiva sul versante delle tecnologie per l’autonomia con il proprio Laboratorio degli Ausili Informatici.
Anche la composizione dei partecipanti ha la sua rilevanza. Certamente non è stato un convegno di massa, ma i presenti rappresentavano molte realtà, anche eterogenee fra loro. Oltre a terapisti e fisiatri locali, hanno partecipato infatti all’incontro di Pistoia anche responsabili del Centro Ausili di Massa; a questi si aggiungono poi psicologi e assistenti sociali, per restare nell’ambito delle professioni sanitarie. E ancora, insegnanti di sostegno e rappresentanti in genere del mondo della scuola. Per venire poi ai “tecnici”, il seminario ha interessato architetti, progettisti edili e ingegneri (anche studenti di ingegneria), oltre – ovviamente – a progettisti elettrici e installatori. Infine, ma non certo ultime per importanza, le associazioni: da quelle di persone con disabilità motorie fino a quelle con disabilità sensoriale, con la presenza anche del presidente dell’UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) di Pistoia.
Cosa dire di questa presenza di professionalità ed esperienze così diverse che si incontrano per parlare di domotica? Innanzitutto riscontriamo l’interesse per un argomento che, per quanto innovativo, non è così semplice da comprendere e inquadrare. Ma dobbiamo sottolineare anche la dimensione multidisciplinare di questa nuova tecnologia che, soprattutto per l’applicazione in ambito “sociale”, richiede competenze del mondo sanitario, progettuale e tecnico (oltre all’esperienza e al parere delle persone direttamente interessate).
Per queste ragioni il seminario di Pistoia è andato ben oltre il classico convegno di presentazione di un libro o di promozione di prodotti ed è stato una preziosa occasione di approfondimento e di scambio di esperienze. Per noi progettisti e tecnici, ad esempio, è stato utile conoscere gli interventi concreti – a favore di reali persone con differenti disabilità – realizzati dal Laboratorio Ausili della USL3 di Pistoia. Così come ci auguriamo che per i partecipanti – che hanno posto domande tecniche e pratiche – le nostre risposte e argomentazioni siano state adeguate e utili.
Facciamo nostre, alla fine di queste considerazioni, alcune affermazioni emerse a Pistoia, che ci indicano, in modo chiaro, quella che dev’essere la strada di approfondimento sulla Domotica ad uso sociale:
– la domotica è un utile strumento per le persone disabili, ma richiede un’accurata e attenta analisi delle problematiche, sapendo valutare le esigenze caso per caso;
– è importante non farsi abbagliare dagli “effetti speciali”, ma saper scegliere le funzioni domotiche in base alle reali esigenze dell’utente;
– non è vero che più è complesso il problema, più dev’essere sofisticata la tecnologia; così come non è vero che le soluzioni efficaci debbano avere sempre costi elevati.
*Architetto.
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