E a Messina, se ti assenti, perdi il diritto alla riabilitazione…

di Gabriella d'Acquisto* e Roberto Speziale**
Risulta quanto meno discutibile, oltre che illegale, sospendere il trattamento riabilitativo - tramite una Circolare - alle persone con disabilità che ne usufruiscano e che si assentino da tale servizio per più di una settimana. Si tratta infatti di prestazioni essenziali per la salute e per la qualità della vita. Eppure è quanto sta accadendo in provincia di Messina, come denunciano l'ANFFAS Nazionale e quella della Sicilia, che si sono già rivolte a un legale per far sì che l'Azienda Sanitaria Provinciale del territorio verifichi e risolva con urgenza la questione

Ombra di persona in carrozzina di profiloSono giunte all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) varie segnalazioni da familiari e associazioni della Provincia di Messina che chiedono un intervento urgente a tutela del diritto alla riabilitazione e di conseguenza alla salute delle persone con disabilità.
Tali segnalazioni lamentano la gestione dei servizi riabilitativi in provincia di Messina, allegando una Circolare del Centro Servizi Riabilitativi del territorio in cui le persone con disabilità che fruiscono dei servizi vengono informate che, «…qualora dovessero assentarsi per più di una settimana, senza giustificato e comprovato motivo, soprattutto senza darne tempestiva comunicazione, saremo costretti a restituire la relativa autorizzazione del trattamento in corso all’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP)…».

Le persone con disabilità e i loro genitori e familiari – già gravati da servizi carenti e da un taglio generalizzato delle risorse a sostegno dell’inclusione sociale, del diritto allo studio e del diritto alla salute – si lamentano dunque di una Circolare che risulta inequivocabilmente contro le leggi vigenti e fortemente lesiva dei livelli essenziali di assistenza.
La gestione dei trattamenti riabilitativi – e quindi delle possibili assenze da parte dei fruitori dei servizi – è disciplinata infatti da leggi regionali e nazionali che chiaramente sanciscono il diritto alla continuità delle prestazioni a garanzia del raggiungimento degli obiettivi previsti nel progetto riabilitativo. A ciò si aggiunga che al fine di garantire tutela alle strutture riabilitative per i costi sofferti anche nell’ipotesi di mancata erogazione della prestazione per assenza dell’utente, l’articolo 15 della Legge 16/86 della Regione Siciliana assicura comunque l’erogazione dell’80% della retta a favore del Centro Riabilitativo.
Risulta quindi assai discutibile, oltre che illegale, l’autonoma e impropria iniziativa di cessare l’autorizzazione del trattamento riabilitativo previsto per la persona in carico, adducendo la dubbia motivazione che ciò serva per consentire l’erogazione di prestazioni a favore di altre persone in lista d’attesa, sostendendo che «è meglio un po’ per tutti, anziché tutto per pochi». Così facendo, infatti, si lede il diritto alla salute e alle prestazioni delle persone che usufruiscono del servizio e si crea grandissimo disagio e danno a coloro i quali potrebbero trovare, dopo una sola settimana di assenza, bruscamente e improvvisamente sospese prestazioni essenziali per la propria salute e per il miglioramento della qualità della vita.
La tenuta di autonome liste d’attesa da parte dei singoli Centri di Riabilitazione risulta, tra l’altro, contro le previsioni normative regionali le quali prevedono un’unica lista d’attesa presso l’Azienda Sanitaria Provinciale, in modo tale da evitare che gli utenti possano, anche involontariamente o nel disperato tentativo di ricevere assistenza sanitaria, moltiplicare le domande di salute effettivamente esistenti.
Questo quadro sottolinea inoltre quanto la prassi dei Centri di Riabilitazione del territorio si svolga, piuttosto che – come dovrebbe – nel rispetto della Legge e quindi della tutela di diritti fondamentali, al di fuori della legalità e con pericolose deviazioni, che possono creare danni gravi e irreversibili alle persone con disabilità (anche in tenerissima età).
Infine, e soltanto sotto il profilo del “buon senso”, si ritiene che al fine di evitare ipotetici episodi di “assenteismo” da parte degli utenti e allo scopo di tutelare tutte le persone poste in “lista d’attesa” per le prestazioni, ben possono le amministrazioni competenti procedere ad adottare delle procedure “uguali per tutti” e dunque a livello regionale, che stabiliscano regole certe e di buon senso volte a bilanciare la tutela dei diversi interessi.

Per tutte queste ragioni, l’ANFFAS Nazionale e l’ANFFAS Sicilia saranno vicine alle persone con disabilità e ai loro familiari della Provincia di Messina, avendo in tal senso già conferito mandato professionale a legale di fiducia affinché l’Azienda Sanitaria Provinciale, a tutela del diritto e del buon andamento della gestione dei Centri, verifichi e risolva con urgenza quanto accaduto.

*Presidente ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
**Presidente nazionale
ANFFAS.

Per ulteriori informazioni: Area Comunicazione e Politiche Sociali ANFFAS Nazionale (Roberta Speziale), tel. 06 3611524 (interno 15), roberta.s@anffas.net – ANFFAS Sicilia, tel. 091 511735, info@anffasicilia.net.
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