Niente discriminazioni tra stranieri e italiani per l’assegno d’invalidità

Quando si tratta infatti di una provvidenza destinata a garantire il sostentamento minimo della persona (e non semplicemente a integrarne il reddito), qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato – fondato su requisiti diversi dalle condizioni soggettive – contrasta con il principio sancito dall’articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, per come esso viene interpretato dalla Corte di Strasburgo. Lo ha sancito la Corte Costituzionale nei giorni scorsi, dichiarando l’illegittimità di un articolo della Legge 388 del 2000

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Due giornate ad Aosta sulla Convenzione

Si chiama “Carta canta” l’evento organizzato per il 3 e 4 giugno ad Aosta, che si articolerà su una giornata formativa rivolta in particolare a persone con disabilità, familiari e volontari e successivamente su un seminario per amministratori pubblici, funzionari di enti pubblici, operatori di Terzo Settore, ordini professionali e imprenditori, entrambi ruotanti intorno alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

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Non è un Paese per disabili

O meglio ancora sarebbe forse il caso, in Italia, di applicare completamente e concretamente la definizione dell’handicap come espressa nella classificazione ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quella cioè secondo cui la disabilità va intesa come «una condizione di salute in un ambiente sfavorevole». E siccome oggi l’Italia è un ambiente sfavorevole, non c’è più da preoccuparsi e non occorrono né commissioni mediche né INPS: sono tutti disabili gravi… Usa il paradosso, la presidente dell’ANFFAS Sicilia, per esprimere tutta la propria indignazione di fronte a quelle parti della Manovra Finanziaria che rischiano di mettere in discussione concetti come la non discriminazione, il diritto di tutti a una vita dignitosa e la solidarietà sociale

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Un’ombra sinistra sul futuro dell’integrazione

Più che dalla stessa Manovra Finanziaria in via di approvazione, un grosso problema per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità arriva in questi giorni dal Regolamento in via di emanazione sulla formazione iniziale dei docenti, che ha ottenuto il parere favorevole della Commissione Cultura della Camera. In esso, infatti, nonostante le richieste delle associazioni di persone con disabilità, sono previsti per i futuri docenti curricolari di scuola secondaria solamente sei crediti formativi sull’integrazione scolastica, ciò che li renderà del tutto impreparati a farsi carico degli alunni con disabilità

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