Non chiedo mica la luna!

Perché un genitore dalla vita già abbastanza complicata deve anche perdere mezza giornata di permesso per riscuotere il mandato dell'indennità mensile di frequenza del figlio con disabilità? Secondo l'INPS la situazione sarebbe sanabile, ma dovrebbe essere proprio l'Istituto Previdenziale a muoversi, perché le banche non possono disporre un accredito quando non vi è coincidenza tra titolare del conto corrente e minore invalido. Ma è proprio così difficile eliminare questo inutile disagio? In fondo non si chiede mica la luna...

Ombra di un uomo su una piroga sullo sfondo della luna piena«Ogni mese – ha scritto il nostro lettore Giuseppe Felaco al Servizio INPS Risponde – devo perdere mezza giornata di permesso (Legge 104/92, articolo 33), per riscuotere il mandato mensile di indennità di frequenza di mio figlio, perché mi devo recare in banca per quietanzare il mandato, ovvero firmare la ricevuta e poi versarlo sul conto corrente a me intestato, così come devono fare tutti i genitori che si trovano nelle mie stesse condizioni. Ma non si potrebbe eliminare questo inutile disagio? Non sarebbe più facile emettere il mandato a nome del genitore del minore, in modo che esso potesse transitare direttamente sul conto corrente?».

Un quesito certamente lecito, per capire come semplificare, almeno in certi piccoli “dettagli”, la vita già sin troppo complicata delle famiglie in cui vi siano persone con disabilità. Questa, comunque, è stata la risposta dell’INPS: «Gentile utente, per quanto riguarda l’INPS, non c’è nessun problema, cioè si può accreditare senza problemi la pensione al genitore del minore invalido in qualità di suo rappresentante legale. Tuttavia siamo a conoscenza che ci sono alcune banche che hanno difficoltà a disporre l’accredito quando non c’è coincidenza tra titolare del conto corrente e pensionato. Se la sua banca è tra queste, lei dovrà continuare ad andare tutti i mesi allo sportello bancario».

Almeno in linea teorica, dunque, dall’INPS la disponibilità sembrerebbe esserci. Ma in realtà le cose, secondo Felaco, non stanno proprio così. Infatti, ci dice, «non sono le banche che applicano il regolamento a sbagliare, perché “versare un mandato intestato a una persona, su un conto di un’altra” è un’azione illegale, anche se alcune banche e uffici postali lo fanno regolarmente. Ad agire, dunque, dev’essere proprio l’INPS, per evitare a me e a tante altre persone di dover usufruire di una mezza giornata di permesso dal lavoro per la semplice riscossione di un mandato del tutto dovuto». In fondo, conclude il nostro lettore – e condividiamo pienamente – «non mi sembra di chiedere la luna»! (S.B.)

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