«La peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità, per la quale possiamo dire di essere fuori da ogni garanzia costituzionale»: così, nei giorni scorsi (come abbiamo riferito con l’articolo disponibile cliccando qui), il presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Pietro Barbieri ha definito quanto sta accadendo in ambito di discussione sulla Manovra Finanziaria Correttiva, soprattutto dopo quell’emendamento alla Manovra Finanziaria Correttiva presentato il 29 giugno in Commissione Bilancio del Senato, da parte di Antonio Azzollini, presidente della stessa, nonché relatore di Maggioranza, in accordo con il Ministero dell’Economia.
In tale testo – vale la pena ricordarlo – persiste l’innalzamento della percentuale di invalidità necessaria per la concessione dell’assegno mensile di assistenza agli invalidi civili parziali (256,67 euro al mese), disoccupati e indigenti, nonostante il risparmio dichiarato dallo stesso Ministero dell’Economia sia risibile. E la situazione è stata peggiorata dal fatto che l’emendamento introdurrebbe una “correzione” ulteriormente iniqua, creando una discriminazione tra le persone affette da una sola minorazione (con percentuale di invalidità superiore al 74%) e quelle affette da varie patologie inferiori all’85%. Ai primi andrebbe l’assegno ai secondi no.
Senza dimenticare, infine, la proposta di modifica delle condizioni medico-legali per accedere all’indennità di accompagnamento, limitando in modo rigidissimo le future concessioni. L’indennità di accompagnamento, infatti, andrebbe d’ora in poi solo a chi è immobilizzato o che non riesce a svolgere tutte le funzioni fisiologiche. Un criterio assai pericoloso nelle mani di Commissioni di valutazione alle quali non è stata indicata alcuna scala di valutazione cui attenersi.
Di fronte a tutto ciò, è stata indetta per il 7 luglio in Piazza Montecitorio a Roma (ore 10), una grande manifestazione unitaria, promossa congiuntamente dalla FISH e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), vale a dire le due Federazioni che raggruppano le maggiori e più significative associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari.
E a fianco di questa iniziativa, crescono le adesioni senza riserve da parte delle singole associazioni. Ad esempio la federazione lombarda LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), «esprime tutta la rabbia – come si legge in una nota del suo presidente Fulvio Santagostini – e l’indignazione, per questa assurda, iniqua e ottusa politica del Governo sulla pelle delle persone con disabilità». «La LEDHA e tutte le sue Associazioni – continua Santagostini – sono attivate per garantire la massima partecipazione possibile alla manifestazione del 7 luglio a Roma, promossa da FISH e FAND e in tal senso chiederà anche l’adesione alla mobilitazione da parte delle Istituzioni, dei Partiti tutti (di maggioranza e di opposizione), dei Sindacati e delle varie Organizzazioni del Terzo Settore. A questa arroganza rispondiamo: “Ora basta!”».
Anche l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), come si può leggere in un comunicato del presidente Roberto Speziale, intende rappresentare «la profonda angoscia e preoccupazione degli oltre 14.000 genitori e familiari di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale rappresentati su tutto il territorio nazionale» e «punta l’attenzione sull’impellente e non più prorogabile revisione dell’intero sistema dell’accertamento di invalidità civile e stato di handicap, ancorato a tabelle e paradigmi ormai obsoleti e non adeguati a valutare l’effettiva condizione di disabilità e la necessità di sostegni), prevista dall’articolo 24 dell’ormai decennale Legge 328/00».
«La nostra Associazione – dichiara Speziale – si schiererà quindi insieme alla FISH e alla FAND, contro ogni forma di taglio indiscriminato e discriminatorio nei confronti di persone e famiglie che ormai si trovano sempre più sul baratro della vera e propria povertà ed esclusione sociale». «Una posizione – aggiunge il presidente dell’ANFFAS – che è tra l’altro in perfetta linea anche rispetto a quanto dichiarato dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome nel proprio documento sulla Manovra, diffuso nei giorni scorsi».
«Invitiamo dunque – conclude Speziale – l’intera collettività e la società civile a partecipare alla manifestazione del 7 lugliio e rivolgiamo anche un accorato appello agli organi di informazione nazionali e locali affinché si facciano portavoce di tali istanze e diano adeguato spazio e rappresentanza a un’ampia fascia della popolazione sempre più relegata al silenzio ed all’emarginazione, nella più totale indifferenza delle Istituzioni».
E poi la FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), che con la sua partecipazione, come afferma il presidente Raffaele Goretti, «intende denunciare come l’emendamento all’articolo 10 della Manovra, presentato dal Governo in Commissione Bilancio del Senato, verrebbe di fatto a minare quelle – seppur limitate – garanzie di inclusione sociale per le oltre 70.000 persone paraplegiche e tetraplegiche italiane».
«Oggi – conclude il presidente della FAIP – è già altissimo il costo di questa autonomia. Uno studio promosso dalla Fondazione ISTUD in collaborazione con lo IAS (Istituto Affari Sociali), ha messo in evidenza infatti come le persone con lesione al midollo spinale e le loro famiglie spendano circa 14.000 euro ogni anno per le esigenze connesse alla disabilità. Una somma ben più elevata delle provvidenze economiche ricevute. In considerazione dunque di questa malaugurata prospettiva, sollecito tutte le persone paraplegiche e tetraplegiche ad essere in piazza il 7 luglio con la FAIP, per far sentire la propria voce contro un provvedimento che potrebbe azzerare tutte le conquiste per cui ci siamo battuti in questi anni».
E ancora, arriva chiaro e forte il messaggio di Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), che parla di «inqualificabile attacco del Governo alle persone con disabilità» e si schiera «con la FISH e la FAND a fianco di persone e famiglie cui viene scippata la Piena Cittadinanza in questo Paese», mentre Alberto Fontana, presidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), chiede con forza «l’abrogazione di quei provvedimenti che vuole introdurre la Manovra Finanziaria Correttiva, che rischiano di provocare un grave arretramento dei diritti delle persone con disabilità».
Ultima, ma non certo ultima, vi è la petizione lanciata dalla FISH in «Vita.it», per chiedere «1. l’abrogazione del comma 1 dell’articolo 10 del Decreto Legge 78/10 e dei relativi emendamenti, che prevede l’innalzamento a 85 della percentuale di invalidità necessaria per ottenere l’assegno agli invalidi parziali; 2. la cancellazione o il ritiro dell’emendamento del Governo che rivede i requisiti medico-legali per la concessione dell’indennità di accompagnamento». Al momento in cui scriviamo sono già 2.638 le persone che hanno aderito in poche ore all’iniziativa. (S.B.)
Suggeriamo anche la lettura, sempre nel nostro sito, dei seguenti testi: Grave attacco alla disabilità in Commissione Bilancio: manifestazione il 7 luglio a Roma (cliccare qui); Ora la misura è proprio colma (Franco Bomprezzi) (cliccare qui); Un appello contro quell’emendamento (cliccare qui); Quell’emendamento è discriminatorio e anticostituzionale (cliccare qui).
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