«Dio stramaledica gli inglesi!». In coppia con «la perfida Albione», costituiva un classico della demagogia nazionale e fascista.
Oggi, dopo la promessa del senatore Antonio Azzolini di «Fare piazza pulita…» (BUM!) dell’emendamento sulla percentuale di invalidità e il “bidone” del sottosegretario Gianni Letta («D’ora in poi sarò io il vostro presidio!», STRABUM!) – non ci resta che gridare, chiedendo scusa agli antifascisti e ovviamente agli inglesi, «Dio stramaledica gli italiani!», o meglio quegli italiani, nostri governanti, che pensano di risolvere il problema di cassa e della competitività del Paese (Paese con la P maiuscola o minuscola?), andando a colpire, spremere e spolpare chi vive una condizione di difficoltà esistenziale estrema.
Del resto, strategicamente è una condizione perfetta per il predatore: bersaglio conosciuto, immobile e senza alcuna difesa.
Bersaglio conosciuto: 2 milioni e 700 mila nominativi a portata di click (parole della “perfida Albione”-Giulio Tremonti, che li accusa anche di «rendere non competitivo il Paese»). Vuoi mettere i milioni di evasori che devi andare a scovare uno per uno? Sai che fatica!
Immobile: gli invalidi… Opps! le persone con disabilità; sono ferme, statiche, bloccate. Hanno tanti problemi che, mal che vada, alzano un po’ la voce e poi ritornano a trascinare le loro vite nelle difficoltà quotidiane. Vuoi mettere la vitalità dei “furbetti del quartiere”, le cricche e gli “utilizzatori finali”? Quelli sì che sono dinamici…
Senza difesa: deboli e inermi, incapaci di difendersi, disarmati o meglio “armati” solo della loro dignità di persone. Una dignità derisa e offesa dall’insinuazione (sempre dalle parole di Tremonti, la “perfida Albione” di prima) di essere «parassiti, inutili e improduttivi». E che diamine, non sarebbe meglio eliminarli?
Interludio storico
La Storia è lì e parla da sola. A ripercorrerla torna alla mente come iniziò la famosa Operazione T4 di nazistica memoria [se ne legga nel nostro sito cliccando in particolare qui e qui. Approfondimenti sulla materia si possono trovare anche nel sito raggiungibile cliccando qui, N.d.R.].
Ebbene, tra il 1933 e il 1937 vennero promulgate le leggi eugenistiche che comportarono la sterilizzazione di 400.000 persone. Nell’Operazione Eutanasia – che raccolse malati mentali, persone con disabilità, persone svantaggiate e altri “tarati” – si assassinarono almeno 70.000 individui in centri specializzati, per poi eliminarli tramite iniezione di veleno o asfissia con gas di scarico.
Parallelamente venne varata un’intensa campagna di propaganda destinata a convincere il popolo tedesco della giustezza della sterilizzazione e dell’eutanasia: film, grandi mostre e periodici vennero diffusi capillarmente e la pretesa necessità di eugenismo fu prudentemente accettata dal resto della popolazione. L’accanimento contro la disabilità divenne un vero e proprio “apparato” che assunse le caratteristiche e andò profilandosi come la “palestra dei futuri stermini” di milioni di ebrei e zingari iniziati nel 1942.
Possiamo affermare che la scienza e il diritto vennero usati per giustificare la soluzione della disabilità che – si teorizzava – da un lato provocava sofferenze nei parenti della persona che ne era affetta e – dall’altro – sottraeva importanti risorse economiche che sarebbero state più utilmente utilizzate per le persone sane. Lo Stato, quindi, diventato arbitro della distribuzione delle ricchezze, si faceva carico del problema che queste persone rappresentavano. Ucciderle avrebbe portato a un duplice vantaggio: porre fine alla sofferenza personale e consentire una distribuzione più razionale e utile delle risorse economiche.
Per certi versi, dunque, si era creato il terreno favorevole a una sorta di “indifferenza” alla sorte e quindi alla morte di individui definiti inguaribili e in quel clima trovò terreno fertile la teorizzazione di un'”eutanasia di Stato”. Nel 1920, ad esempio, apparve un libro dal titolo L’autorizzazione all’eliminazione delle vite non più degne di essere vissute i cui autori erano lo psichiatra Alfred Hoche (1865-1943) e il giurista Karl Binding (1841-1920).
Hoche e Binding di fatto svilupparono un concetto di “eutanasia sociale”, dal momento che il malato incurabile, secondo i due, era da considerarsi non soltanto portatore di sofferenze personali, ma anche di sofferenze sociali ed economiche.
Nel 1933 si ebbe poi l’emanazione della Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie e l’8 ottobre del ’35 venne emanata una seconda legge per La salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco, con la quale si autorizzava l’aborto nel caso in cui uno dei genitori fosse affetto da malattie ereditarie.
Tornando al presente
Esagerazioni di una donna isterica? Forzatura di chi vede perdere i propri “privilegi” (essere cioè madre di un giovane uomo con disabilità gravissime o percettore in suo nome di indennità di accompagnamento)?
Di fronte alle scelte di politica amministrativa che stiamo subendo, chi potrà dire che in un quadro di risorse economiche sempre più esigue e con una domanda di diritti e salute sempre più esigente, non verranno privilegiati quanti siano “meritevoli” di cura? Chi riterrà giusto prendersi integralmente in carico persone la cui sopravvivenza dipenderà da complesse e onerose offerte di servizi?
Personalmente credo che si debba fortemente credere alla Storia come luogo delle scelte umane, dove si deve leggere il passato alla luce del presente e nell’orizzonte della progettazione futura. Ciò che stupisce, però, è l’assordante silenzio che gira attorno a queste decisioni.
Passi per il “perfido di turno” (Albione o Tremonti che sia), passi per il capo del Governo che ha pensato bene di viaggiare incessantemente la scorsa settimana, dandosi per assente e impossibilitato ad intervenire; non passa invece per tutti i ministri (stavolta non c’è dubbio, minuscolo!) competenti in materia di giustizia, salute, affari sociali, lavoro, politiche giovanili, pari opportunità, educazione, infrastrutture ecc. ecc., che muti e invisibili, aspettano che la bufera transiti sopra le loro teste, attenti a non ricavarne danni.
E dove sono finiti tutti quei parlamentari che poco più di un anno fa si erano proclamati “difensori della vita”? Della dignità della vita? Spariti nel nulla, una volta terminate le baruffe in Parlamento. Basta zuffe sul fine vita, basta dispute su chi è migliore a proclamare la dignità della vita. Eluana era un simbolo da sfruttare, questi sono il popolo bue. Amen!
*Presidente del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).
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