Trenitalia: chiediamo fatti e non semplici dichiarazioni di principio

E se è già grave il silenzio dell'azienda, rispetto a una serie di richieste presentate mesi or sono dal Movimento Rinnovamento Democratico, volte a razionalizzare il servizio di trasporto ferroviario riguardante le persone con disabilità, ancor più sconcertante è che i disservizi, la scortesia e la disattenzione del personale viaggiante nei confronti della clientela con disabilità crescano ulteriormente, com'è accaduto a chi tornava in Puglia dalla manifestazione nazionale di Roma del 7 luglio

Pollice versoUn incontro, il 21 ottobre 2009, con i vertici di Trenitalia, e la presentazione di un documento con sette richieste fondamentali, per ottenere una razionalizzazione del servizio di trasporto ferroviario riguardante le persone con disabilità e in particolare quelle con disabilità visiva: era stata questa la prima iniziativa promossa dal Movimento Rinnovamento Democratico (Nulla su di Noi, Niente senza di Noi), alla quale, però, erano seguiti mesi di totale silenzio, dopo i quali lo stesso Movimento aveva deciso di organizzare una mobiltazione a Roma, ottenendo un ulteriore incontro il 15 aprile scorso (di tutto si legga nel nostro sito cliccando qui).
Ma il silenzio è continuato – e soprattutto la mancanza di atti concreti – ciò che potrebbe richiedere, secondo Michele Lastilla di Rinnovamento Democratico, «un’intensificazione della protesta, anche perché è noto che le nostre rivendicazioni non comportano impegni di spesa per Trenitalia».
In più, denuncia lo stesso Lastilla – raccontando un fatto che lo ha direttamente coinvolto al ritorno dalla manifestazione nazionale del 7 luglio a Roma, promossa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), contro la Manovra Finanziaria – «i disservizi, la scortesia e la disattenzione del personale viaggiante nei confronti della clientela disabile si aggravano», nonostante Amedeo Piva, direttore delle Politiche Sociali del Gruppo Ferrovie dello Stato-Trenitalia avesse assicurato il suo pronto intervento, almeno su questo piano. «Ma gli eventi – scrive Lastilla, rivolgendosi direttamente a Piva – dimostrano che le sue dichiarazioni sono rimaste solo intenzioni».

«Si è trattato – scrive l’esponente di Rinnovamento Democratico al direttore delle Politiche Sociali di Trenitalia – di un episodio di estrema gravità, accaduto proprio a chi scrive e proprio di ritorno dalla grande mobilitazione nazionale delle persone con disabilità svoltasi a Roma il 7 luglio scorso. Nel nostro incontro di aprile, Gentile Dottor Piva, le avevamo fatto notare come le persone disabili non appartengano certo alla fascia più ricca della popolazione. Moltissimi, infatti, vivono con un misero assegno di invalidità e quindi non possono permettersi il lusso di viaggiare a bordo dei treni ad alta velocità, se non in casi eccezionali».
«Ebbene – continua la lettera – saprà che il treno ad alta velocità Roma-Lecce delle ore 14.45, superata la stazione di Foggia, ha investito una persona che è deceduta. Lei sa anche, naturalmente, che il treno non può ripartire se non dopo tutti i controlli e le verifiche della autorità giudiziaria e che queste operazioni richiedono almeno due, tre ore di tempo. Il personale viaggiante era a conoscenza che a bordo del treno c’erano persone con disabilità e perciò denunciamo l’assoluta disattenzione e il totale disinteresse nei loro confronti, da parte di quello stesso personale viaggiante».
«Il treno – racconta poi Lastilla – è stato fermo dalle 18 alle 21 circa e nessun componente del personale viaggiante ha chiesto a chi scrive se avesse bisogno di un bicchiere d’acqua, del servizio bar, dei servizi igienici eccetera. Un comportamento disumano e incivile, verificatosi per giunta su uno dei convogli che Trenitalia ritiene il vero “vanto dell’azienda”. Chiediamo quindi il suo immediato e visibile intervento, con precise sanzioni – e non con semplici raccomandazioni – nei confronti non solo del personale viaggiante, ma di chi è responsabile del servizio della clientela disabile. Questo unitamente all’assicurazione che simili episodi e analoghi comportamenti incivili non avrano più a ripetersi in futuro».
«Il rispetto  di quanto stabilito nei  confronti  dei viaggiatori con disabilità – conclude la lettera – non deve infatti dipendere dal grado di sensibilità posseduto da un singolo dipendente, ma dev’essere una regola e il suo mancato rispetto dev’essere oggetto di grave sanzione. Confidiamo dunque, Gentile Dottor Piva, che vorrà evitare a noi una manifestazione – questa volta ad oltranza – per il silenzio di Trenitalia, oltre che un ulteriore degrado dell’immagine dell’azienda, fornendo risposte precise che riguardino fatti e non semplici dichiarazioni di principio». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Movimento Rinnovamento Democratico (Nulla su di Noi, Niente senza di Noi), tel. 080 5563992, movimento-mrd@alice.it, lastillamichele@alice.it.
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