Il Comune di Palermo non può «far cassa» sulla pelle dei Cittadini disabili

di Anna Alfisi
Continuano le proteste, nel capoluogo siciliano, dopo che l'Amministrazione Comunale ha deciso di sospendere, per carenza di fondi, il servizio di assistenza domiciliare ad almeno cento persone con disabilità grave. Ancora una volta, dunque, sembra proprio che a Palermo ci si debba scontrare con una realtà in cui sono le persone con disabilità a pagare tra le prime lo scotto di una scarsa attenzione ai bisogni dei Cittadini. Ma questo servizio - che rientra nella sfera dei diritti tutelati dalla Costituzione Italiana e da Trattati internazionali come la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità - va ripristinato al più presto e mai più messo in discussione

Foto in bianco e nero di persona in carrozzina, fotografata di spalle, mentre guarda il mareAncora una volta a Palermo l’assistenza domiciliare alle persone con disabilità è stata sospesa per mancanza di fondi [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
Tenendo presente che tra i compiti dell’Amministrazione e del Sindaco rientra anche quello di promuovere interventi per garantire ai Cittadini una migliore qualità di vita, riducendo il disagio e le difficoltà che possono derivare da determinate condizioni. Tenendo presente che i bisogni dei Cittadini meritano attenzione da parte delle Amministrazioni e in modo specifico i bisogni di quei cittadini che vivono in situazioni svantaggiate, come quelle derivanti dalla disabilità. Tenendo presente che i Comuni, nelle loro funzioni amministrative, hanno fra gli altri il compito di mettere in atto azioni e servizi sociali utili a prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disagio con interventi idonei. Tenendo presente infine che una buona Amministrazione si nota dai servizi che eroga ai Cittadini, la conclusione è che ancora una volta a Palermo ci si deve purtroppo scontrare con una realtà in cui le persone con disabilità pagano lo scotto di una scarsa attenzione ai bisogni dei Cittadini.
Infatti, in barba alle leggi che promuovono l’integrazione sociale con aiuti e sostegni per dare sollievo sia alle famiglie che alle persone con disabilità, spesso chi governa dimentica o non ritiene importante un servizio fondamentale come l’assistenza domiciliare, dimostrando, di conseguenza, sensibilità zero (e non è la prima volta), senza alcuna preoccupazione per il disagio che arrecherà.

L’Amministrazione palermitana, dunque, risolve i suoi problemi economici sospendendo un servizio necessario, ma in tal modo – e non credo che non lo sappia – essa non sembra proprio tenere conto che l’inserimento e l’integrazione sociale della persona con disabilità si realizzano mediante interventi di carattere socio-psico-pedagogico, di assistenza sociale e sanitaria a domicilio, di aiuto domestico e di tipo economico, ai sensi della normativa vigente, sia alla persona che al nucleo familiare in cui è inserita.
Credevo che assumersi l’incarico di amministrare una città comportasse avere attenzione ai problemi, buonsenso e responsabilità. Chi governa, infatti, avrebbe il dovere di non far mai mancare il sostegno economico a determinati servizi ed eventualmente, con un’oculata gestione, di porsi alla ricerca di fondi disponibili in settori meno indispensabili, per non dire assolutamente “frivoli”.
Mi auguro quindi che il Comune di Palermo ripristini al più presto l’assistenza domiciliare, e che non tolga mai più il finanziamento a un servizio che rientra nella sfera dei diritti tutelati dalla Costituzione Italiana, oltre che da Trattati internazionali come la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, divenuta nel 2009 legge del nostro Paese [Legge 18/09, N.d.R.].

Sulla questione trattata nel presente testo, suggeriamo anche la lettura, sempre nel nostro sito, di: Palermo: ripristinare quei servizi di assistenza domiciliare (di Salvatore Crispi), disponibile cliccando qui.
Share the Post: