Il ritiro di quell’emendamento può diventare un punto di forza

a cura di Salvatore Nocera*
Si parla di quell'emendamento alla Manovra Finanziaria che intendeva eliminare il limite di venti alunni in una classe ove ne fosse presente uno con disabilità. Ma una volta ritirata la proposta - grazie anche alle forti pressioni delle associazioni di persone con disabilità - e dopo le dichiarazioni dei senatori che l'avevano presentato, paradossalmente quel limite ne esce rafforzato e le famiglie potranno legittimamente pretenderne il rispetto o addirittura chiedere anche che si scenda al di sotto dei venti alunni

Bimba con disabilità a scuola, insieme a compagna di classeCom’è noto, il 15 luglio scorso il Senato ha dato voto favorevole alla conversione del Decreto Legge 78/10 sulla Manovra Finanziaria, che dopo il voto della Camera diverrà definitivo. Ebbene, i lettori di Superando [il testo più recente da noi dedicato a tale questione è disponibile cliccando qui, N.d.R.] avranno potuto constatare come grazie alla pressione delle associazioni di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), sia stato superato in extremis un pericolosissimo incidente di percorso, costituito dall’approvazione in Commissione Bilancio del Senato di un emendamento all’articolo 9, comma 15, presentato dai senatori della maggioranza Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico, che così recitava: «Le classi e le sezioni delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con disabilità possono essere costituite anche in deroga al limite previsto dall’articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81». Il limite citato è di venti alunni, “di norma”, nelle classi frequentate da alunni con disabilità e la deroga a tale limite significava che si sarebbero potute avere non solo prime classi, ma anche quelle successive, con più di venti alunni e senza più un limite.

A seguito dunque delle forti contestazioni delle associazioni, i due proponenti l’emendamento hanno diramato la sera del 13 luglio il seguente comunicato stampa: «Riguardo l’emendamento sulla formazione delle classi in presenza di alunni con disabilità si sta facendo una grande confusione. Infatti lo scopo e l’obiettivo è quello di ridurre il numero degli iscritti all’interno delle classi in cui ci sono alunni affetti da disabilità. Perciò non c’è alcuna volontà di penalizzare i disabili nelle scuole, piuttosto quello [sic] di favorire l’apprendimento e la scolarizzazione di questi grazie a classi sempre meno affollate. Per questa ragione, qualora il testo dell’emendamento possa dare adito a fraintendimenti di sorta, affidiamo al relatore ed al governo, in sede di formulazione del maxi-emendamento, il compito di adottare quelle scelte che consentano di raggiungere l’obiettivo di una migliore integrazione dei soggetti affetti da disabilità nel contesto scolastico».
A quel punto, in una nota ufficiale, le Federazioni FISH e FAND hanno chiesto il ritiro dell’emendamento, data l’ambiguità del testo che si prestava a opposte interpretazioni, come affermato dallo stesso comunicato dei due proponenti, i senatori Esposito e Latronico. E così finalmente, nella tarda mattinata del 14 luglio, l’emendamento è stato ritirato e l’articolo 9, comma 15 del Decreto Legge 78/10 è stato approvato dall’aula, il 15 luglio, così com’era.

Osservazioni
Considerato che l’emendamento era stato presentato e approvato in Commissione Bilancio con il consenso della maggioranza governativa; considerato poi che lo stesso emendamento – data la sua ambiguità – era stato ritirato con il consenso non solo dei proponenti, ma della maggioranza governativa medesima e che l’interpretazione autentica datane da chi lo aveva presentato – anche qui con il pieno consenso della maggioranza governativa – faceva riferimento alla volontà «di giovare e non di nuocere alla qualità dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità», con una possibile riduzione a meno di venti del numero degli alunni per classe, a questo punto si può dire che la norma del numero di venti alunni nelle classi che accolgono studenti con disabilità risulti pienamente rafforzata.
Di conseguenza, qualora gli Uffici Scolastici Regionali e il Ministero – specie in presenza di alunni con gravi disabilità – volessero far superare il numero di venti alunni per classe, le famiglie potranno legittimamente pretendere che ciò non avvenga, come espressamente detto anche nella Circolare Ministeriale n. 37/10, e anzi potranno chiedere che si scenda al di sotto di tale numero.

*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Responsabile del Settore Legale dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Il presente testo riprende, con alcuni riadattamenti, una scheda già pubblicata nel sito dell’AIPD, per gentile concessione.

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