Un progetto per incentivare la cultura della donazione

di Maria Anna Filosa
Si chiama "Azione Volontaria Impatto Sociale" ed è un'iniziativa promossa a Pozzuoli, presso Napoli, sia per far fronte alle "emergenze sangue", più frequenti nel periodo estivo, sia per fornire informazioni chiare e corrette sulla donazione di organi e tessuti, lavorando anche sul fronte della prevenzione di vecchie e nuove dipendenze. Senza dimenticare la possibilità, per le neomamme, di donare gratuitamente le cellule del cordone ombelicale, che rappresentano una speranza concreta per molte persone in situazioni di pluridisabilità

Particolare di braccio di persona che sta donando il sanguePericolo emergenza sangue. Infatti, l’aumento delle temperature del periodo estivo porta, parallelamente, a un calo del numero di donatori abituali. Le cause? Cali di pressione dovuti al caldo, che diminuiscono la possibilità di donare, e naturalmente il fatto che molti donatori periodici partano per le vacanze.

Per donare, secondo quanto raccomandano gli esperti, bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni (massimo 65 per i donatori periodici), pesare più di 50 chili, non essere affetti da malattie veneree o infettive (HIV, papilloma virus HPV, sifilide, epatite C ecc.) e che non ne sia portatore nemmeno il proprio partner.
Ma l’estate è statisticamente anche il periodo in cui aumenta il pericolo rappresentato dalle malattie sessualmente trasmissibili. Che fare dunque? Ricorrere a un informazione chiara e corretta – che sfati false credenze e fughi dubbi e paure e fare prevenzione.

Ecco perché da Pozzuoli, presso Napoli, parte il Progetto Azione Volontaria Impatto Sociale, promosso dall’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) della cittadina campana, presieduta da Giancarlo Tegazzini e realizzato in collaborazione con il Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) di Napoli, in partnership con l’AIDO Provinciale (Associazione Italiana Donatori Organi), l’organizzazione per la donazione di cellule, organi e tessuti, presieduta da Raffaele Di Martino e con Angeli Flegrei ONLUS, presieduta da Luigi Lucci.
Fulcro del progetto è da una parte una chiara informazione sui vari tipi di malattie sessualmente trasmissibili e sui metodi anticoncezionali, per poter vivere una sessualità consapevole e serena, dall’altra la promozione di un’equilibrata cultura della donazione di sangue e organi e la prevenzione delle vecchie e nuove dipendenze, che vanno dalle droghe all’alcool, passando per le relazioni virtuali, la schiavitù da videogiochi e telefonini e il cosiddetto “cybersesso”.

A proposito della donazione di sangue, tessuti e organi, su tutt’altro versante vale la pena ricordare anche qualcosa di molto positivo, ovvero la possibilità – per le neomamme – di donare le cellule del cordone ombelicale gratuitamente (donazione “eterologa”, cioè rivolta a terzi), presso uno dei tanti ospedali che effettuano la raccolta, presenti sul territorio nazionale.
«Il prelievo delle cellule staminali dal cordone ombelicale – viene spiegato dagli specialisti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli – è meno invasivo e crea meno problemi di rigetto rispetto a quello effettuato dal midollo osseo».
Lo scenario futuro – che oggi appare sempre più prossimo – prospetta che queste cellule “superpotenti” potranno essere utilizzate per riparare i danni di cervello, pancreas, fegato, per sconfiggere forme tumorali e tanto altro ancora. Esse rappresentano quindi una speranza per molte persone affette da pluridisabilità. Secondo quanto ribadiscono poi gli addetti ai lavori, a poter donare il cordone ombelicale sono tutte le mamme che non siano affette da malattie infettive (in primo luogo quelle già citate sopra, parlando di donazioni di sangue) e il cui bambino non sia colpito da malattie genetiche ereditarie.
Serve naturalmente un consenso informato presso il centro di nascita di riferimento e la persona dev’essere sottoposta a controlli prima del parto e anche sei mesi dopo di esso.

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