Non ha certamente ancora avuto la visibilità che meriterebbe la notizia che Teresa Lewis, quarantenne statunitense, potrebbe essere – presumibilmente il 23 settembre prossimo – la prima donna giustiziata nello Stato americano della Virginia da quasi un secolo.
Ebbene, Teresa Lewis è stata condannata alla pena capitale con l’accusa di avere pagato due sicari (condannati all’ergastolo), per ammazzare, nel 2002, il marito e il figliastro, ma secondo numerosi medici e psicologi, la donna sarebbe portatrice di una grave disabilità mentale già ai tempi del reato di cui è stata accusata.
Come ha riportato il blog americano «The Huffington Post», Lewis (dal Quoziente d’Intelligenza oscillante tra 70 e 72) sarebbe stata giudicata da tre diversi psicologi una persona dalla «dubbia funzionalità mentale, incapace di eseguire da sola le attività più semplici, come ad esempio scrivere una lista per la spesa».
Va anche detto che uno dei due sicari – Matthew Shallenberger – avrebbe poi ammesso, in una lettera del 2003 – di avere manipolato la donna, nella speranza di intascare i soldi dell’assicurazione, ma dopo il suo suicidio in carcere, nel 2006, gli avvocati non hanno ancora potuto citare tale lettera in tribunale. Oggi, dopo che il ricorso in appello è stato bocciato, la Corte Suprema sta valutando se riaprire il caso.
Questa la drammatica vicenda, alla quale – come annotavamo all’inizio – ci sembra sia stata data finora ben scarsa rilevanza, per lo meno dagli organi d’informazione europei. Cerchiamo quindi di parlarne – e di farne parlare – il più possibile noi, segnalando anche il sito denominato Save Teresa Lewis (“Salvate Teresa Lewis”) e soprattutto facendo nostro l’appello lanciato il 7 settembre da Amnesty International, rivolto al governatore della Virginia Bob McDonnell, che recita: «Sono un simpatizzante di Amnesty International, l’Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati. Le premetto che non sto cercando di giustificare l’omicidio di Julian e Charles Lewis. Le faccio notare le prove della disabilità mentale di Teresa Lewis e che tali prove, presentate dagli avvocati di Teresa Lewis in appello, mettono in dubbio la versione dell’accusa, ampiamente accettata dal tribunale. Le faccio inoltre notare anche che i due esecutori materiali degli omicidi hanno ricevuto la condanna all’ergastolo e che uno di loro ha dichiarato di essere stato la “mente” degli omicidi. Le chiedo quindi di concedere la grazia e di commutare la condanna a morte di Teresa Lewis». (Stefano Borgato)