Rene e ovuli in vendita…

Un annuncio apparso qualche giorno fa in internet, in cui una coppia offriva di vendere un rene e gli ovuli, per risolvere i propri problemi economici, fornisce lo spunto per porsi una serie di domande e per rivendicare di portare finalmente alla ribalta una nuova etica, moralità e professionalità. Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo

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Apertura di credito, ma con monitoraggio costante

Andranno verificati nei fatti gli impegni assunti in ambito di inclusione scolastica dal Ministero dell’Istruzione – sin dal luglio scorso – recentemente formalizzati in una lettera ufficiale inviata alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili). Questo corrisponderà a una fase di sensibilizzazione e costante monitoraggio, con l’eventuale rilancio della mobilitazione, nel caso in cui – con l’avvio del nuovo anno scolastico – gli impegni assunti dal Ministero restassero sulla carta. Ne prende atto il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), che sospende dunque la programmata manifestazione di Roma del 1° ottobre, ma che continuerà a mantenere alta l’attenzione sull’inclusione scolastica – per lo meno fino alla Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down, prevista per il 10 ottobre – anche attraverso una campagna di comunicazione nazionale

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Come costruire un «respiro unico» sulle Malattie Rare

«Se disponibilità di cure, accesso ai farmaci e alle prestazioni sanitarie sono presenti in modo non solo diversificato, ma gravemente iniquo, dove sta la pari dignità sociale sancita dall’articolo 3 della nostra Costituzione?». Se lo chiedono i responsabili dell’Associazione “Giuseppe Dossetti”, nel sottolineare la grave emergenza riguardante due milioni di nostri concittadini colpiti da Malattie Rare, un tema cui sarà dedicato un Convegno il 16 settembre a Roma, ove tra l’altro si chiederà con forza di accelerare l’iter di quella Legge sulle Malattie Rare ormai non più rinviabile

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Alziamo la voce contro la condanna a morte di Teresa Lewis

Mentre attorno alla vicenda di Sakineh si è realizzata – sia pur tardivamente – una vasta mobilitazione, la storia di Teresa Lewis – che potrebbe presto essere la prima donna condannata a morte in Virginia dopo quasi un secolo, nonostante i suoi gravi problemi mentali – sembra confinata in sordina fra i tanti appelli contro la pena di morte negli Stati Uniti. Ma non bisogna avere paura di alzare la voce contro la pena di morte, anche negli Stati Uniti, proprio perché sono una grande democrazia e un Paese a noi tanto vicino. Inutile dire, poi, che nei confronti di Teresa Lewis c’è anche una palese violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma non c’è bisogno di cercare solidarietà facendo leva sulla disabilità mentale. È solo un’aggravante cinica e spietata

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