Rene e ovuli in vendita…

di Gabriella Fogli* e Laura Vanzani**
Un annuncio apparso qualche giorno fa in internet, in cui una coppia offriva di vendere un rene e gli ovuli, per risolvere i propri problemi economici, fornisce lo spunto per porsi una serie di domande e per rivendicare di portare finalmente alla ribalta una nuova etica, moralità e professionalità. Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo

Donna con espressione inquietante, quasi impenetrabile«”Vendiamo rene e ovuli“. Con questo annuncio su eBay, il sito internet di compravendita on-line più cliccato del mondo, una coppia di un paesino del Vastese [in Abruzzo, N.d.R.] pensava di risolvere i problemi economici da cui era afflitta. Avevano già provato a mettere in vendita la casa. Non riuscivano più a far fronte ai debiti. C’erano le Finanziarie da pagare per l’auto e i mobili, le rate del mutuo della casa, le bollette e la certezza di perdere il lavoro di lì a poco. I coniugi, entrambi trentacinquenni, con due bimbi piccoli, si sono visti senza speranze e hanno inserito sul sito i due annunci».

Questa notizia è stata come un tuffo al cuore. Si, non sappiamo come meglio descrivere quell’attimo in cui si sente un colpo improvviso allo stomaco e un dolore sordo. E poi un senso di “vergogna”, sì, vergogna, perché pur dedicando tutto il nostro tempo libero a cercare di dare una mano, ciò che coinvolge così drammaticamente una famiglia italiana non può, a cascata, evitare di coinvolgere tutti noi.
Possiamo dare la colpa al Governo, ai vicini, alla comunità, possiamo dare la colpa a tutti, ma questo non provoca in noi soddisfazione, né ci fa sentire a posto con le nostre coscienze. No, la responsabilità è di tutti noi.
Siamo stati noi a generare questo stato di cose, disinteressandoci del bene comune, dell’andamento dello Stato, smettendo di credere in valori che per i nostri genitori erano fondamentali. Abbiamo perso il senso dello Stato, della Patria, della Famiglia. Come appare obsoleto tutto questo, quasi ci sentiamo in difficoltà a scriverlo: eppure sono bastate due generazioni per dimenticare tutto.
Oggi siamo il risultato di un consumismo sempre più sfrenato il quale – unito al fatto che come Nazione non produciamo più nulla – ha determinato un cambiamento radicale di visione, inneggiando e ponendo sull’altare falsi idoli, perdendo di vista il senso “autentico” dell’essere cittadino di questo Paese che ha, da solo, quasi il primato assoluto dei reperti archeologici, è ricco di Storia ed è sempre stato preda ambita da tutti i governi e i regnanti dell’antichità.
Ed eccoci a oggi, senza più posti di lavoro, ma carichi di debiti. Dove siamo finiti? Come abbiamo imboccato questo tunnel di cui non vediamo l’uscita? Come siamo arrivati al punto di vendere reni, ovuli, non per vivere, ma per sopravvivere? E dopo? Cosa potremo ancora vendere? Che brutta fine per un popolo che ha lasciato le proprie impronte nella Storia dell’Umanità!

Ma come dovrebbe amministrare un uomo politico? Con la diligenza del Buon Padre di Famiglia. E il padre che ama il figlio educa – innanzitutto – con l’esempio. I bambini, infatti, apprendono più con l’esempio che con le parole. Quale credibilità ha un papà che dice al figlio di non fumare con la sigaretta in bocca? Quale credibilità hanno dei politici che invocano la “sacralità” della famiglia e sono quasi tutti divorziati e plurisposati, con figli di diversi letti? Quale credibilità hanno quando legiferano contro la prostituzione, contro l’alcool o le morti del sabato sera e poi vengono sorpresi in svariati scandali troppo noti, sui quali non è il caso di ritornare qui?
“Palazzinari”, “furbetti del quartiere”, appartamenti nel centro di Roma acquistati o affittati per poco o nulla, mentre persone anziane vengono sfrattate dalla casa ove hanno vissuto per cinquant’anni, in cui hanno generato i propri figli, e messi su una strada senza pietà. Ed ora i reni e gli ovuli…

Già qualche mese fa un ragazzo della provincia di Vercelli aveva messo in vendita un rene per poter pagare un’assistente al padre malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e salvare almeno la mamma, che stava lentamente spegnendosi, insieme al marito, stroncata dalla fatica. Subito la Regione Piemonte varò nuove leggi per finanziare un contributo finalizzato all’assunzione di una badante anche ai minori di 65 anni, permettendo così ai familiari di alleggerire il carico fisico. Ma, a quanto pare, a quella famiglia non è stato dato alcun contributo e continua quindi l’odissea di un ragazzo che lavora di giorno e passa la notte ad accudire il padre per permettere alla mamma di riposare qualche ora. Che fine hanno fatto quei finanziamenti? È colpa della Regione, della Provincia o del Consorzio? Alla fine l’unico fatto certo è che non si è risolto nulla. E allora? Quel ragazzo dovrà riprendere in considerazione l’idea di alimentare il mercato illegale degli organi?
Ci riproponiamo quindi la medesima domanda: che fine ha fatto l’Uomo? La compassione, la Solidarietà, l’Amore per il prossimo, l’aiuto della comunità, in quale momento storico li abbiamo persi?

Ma andiamo avanti e chiediamo: cosa può fare oggi il nostro Governo, il “Buon Padre di Famiglia”, per questi e altri figli che vivono situazioni disperate, e che sono tanti? Deve prendersene cura e il metodo è sempre lo stesso, non ce ne possono essere altri. Oppure non è più credibile.
Abbiamo delle ottime leggi, ma restano inapplicate perché nessuno controlla il controllore. Il padre veglia il comportamento dei propri figli, le compagnie che frequentano, se hanno fatto i compiti e assolto i loro doveri. E nel caso, li rimprovera se sbagliano e li elogia quando si comportano bene. Ma sempre – nella gioia come nelle avversità – è vicino ai propri figli, tanto più se sono malati, se non trovano lavoro, se versano in difficoltà economiche. Non si smette mai di essere genitori, così come lo Stato non smetterà mai di essere responsabile dei propri Cittadini.
Ci appelliamo perciò alle figure che sono incorrotte, che si applicano con abnegazione allo svolgimento dei propri impegni e che fattivamente operano sul campo. Sorvegliate chi, all’interno, non si occupa degli incarichi che gli sono stati conferiti dai Cittadini e opera contro di loro per interesse personale. Etica, moralità, professionalità devono essere riportate alla ribalta, approntando una vigorosa potatura. Solo così la pianta si rinforzerà e produrrà nuovi frutti.
Per quanto ci riguarda noi continueremo, nel nostro piccolo, a lavorare come abbiamo sempre fatto e, nel caso ci venisse richiesto, abbiamo diversi progetti importanti da sottoporre alle Autorità per diminuire il disagio delle classi più indifese o in difficoltà.

*Persona con disabilità grave.
**Giornalista.

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