Scuole precarie in sicurezza, con frequenti distacchi di intonaco, finestre rotte, muri imbrattati, palestre malandate, aule sporche e a volte sovraffollate. Edifici che avrebbero bisogno di una manutenzione reputata urgente dagli stessi dirigenti scolastici e responsabili della sicurezza, ma che tarda ad arrivare. Certificazioni sempre assenti all’appello, mentre aumentano gli episodi di bullismo e vandalismo.
Il quadro che emerge dall’VIII Rapporto Sicurezza, qualità e comfort a scuola, presentato a Roma da Cittadinanzattiva è anche quest’anno preoccupante. Dal 2002 ad oggi l’organizzazione ha monitorato 1.529 edifici scolastici e raggiunto ogni anno, con la Giornata Nazionale della Sicurezza Scolastica del 25 novembre, circa 10.000 scuole.
L’attuale Rapporto nasce dall’indagine condotta su un campione di 82 edifici scolastici di ogni ordine e grado (dalla scuola d’infanzia a quella secondaria di secondo grado), appartenenti a 11 Province di 8 Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.
Ebbene, sul totale di 82 scuole monitorate, ce n’è un 16% che è messo davvero male e la sensazione prevalente è che – nonostante i tanti annunci e le risorse messe a disposizione negli anni – la sicurezza scolastica resti ancora fanalino di coda nell’attenzione degli amministratori a livello centrale e locale. Chi “strappa” la sufficienza – ossia una scuola su cinque – lo fa a fatica, spesso salvandosi grazie all’impegno per migliorare aspetti legati alla qualità e al comfort. «In sicurezza – dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale del settore “Scuola” di Cittadinanzattiva – riteniamo che non sia tollerabile strappare la sufficienza. Nessuno, infatti, salirebbe su un aereo ipertecnologico ma rattoppato. Eppure per le scuole accade».
Crepe, distacchi di intonaco e scarsa manutenzione
Scendendo poi nel dettaglio di alcuni dati, va detto che il 15% delle scuole presenta crepe sulla facciata esterna e all’interno dell’edificio, mentre i distacchi di intonaco interessano gran parte dei locali: ne sono stati rinvenuti per il 29% nei corridoi, per il 23% nei laboratori, per il 21% nei bagni e per il 20% delle aule.
Il motivo di tanta fatiscenza non sta solo nel fatto che si tratta di edifici vecchi (il 67% del campione è stato costruito prima del 1974, il dato nazionale è del 55%), ma innanzitutto nella mancanza di manutenzione: il 28% delle scuole, infatti, denota deficit manutentivi e la necessità di interventi manutentivi ordinari (88% dei casi) e straordinari (46%).
La situazione, poi, si aggrava ulteriormente perché gli enti proprietari non riescono a intervenire in tempi accettabili. I responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione intervistati hanno risposto che – in caso di richiesta di interventi urgenti – due volte su tre l’Ente proprietario non è mai intervenuto.
Certificazione degli edifici: in tanti fuori della legge
Su questo tema la situazione permane gravissima. Infatti, poco più di 1 scuola su 3 tra quelle monitorate possiede la certificazione di agibilità statica (37%) e ad aggravare la situazione si aggiunge il dato che più della metà delle scuole del campione si trova in zona a rischio sismico (55%). La percentuale si abbassa vistosamente nel caso della presenza della certificazione igienico-sanitaria, presente solo nel 25% dei casi (1 scuola su 4).
Dato non meno grave è quello riguardante la certificazione di prevenzione incendi: poco meno di una scuola su tre ne è provvista (31%).
E la fuga è a rischio…
Anche la condizione delle aule è piuttosto grave. I numerosi distacchi di intonaco, la presenza di altri segni di fatiscenza e di barriere architettoniche, le cattive condizioni degli arredi ci restituiscono un quadro di aule invivibili. In particolare vanno segnalati:
– assenza di porte antipanico: 93%;
– presenza di finestre non integre: 38%;
– presenza di segni di fatiscenza: 27%;
– presenza di prese e interruttori rotti o divelti: 27%;
– presenza di cavi volanti: 27%;
– presenza di distacchi di intonaco: 20%;
– presenza di difformità dei pavimenti: 20%;
– presenza di barriere architettoniche negli accessi: 13%;
– adeguamento impianti elettrici e norme antincendio: 9%;
– presenza di fili elettrici scoperti: 4%. (Mariano Votta)