Lo ha rivendicato una delegazione del gruppo Mamme H – comitato nazionale di madri di bambini e ragazzi con disabilità – nel corso di un incontro avuto nei giorni scorsi con Alessandra De Marco, delegata del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. «L’auspicio – dichiara Marina Cometto delle Mamme H – è che questo sia stato l’inizio di una fattiva collaborazione, anche perché, se cos’ non sarà, non abbandoneremo la lotta e continueremo a bussare a tutte le porte per fare sentire la nostra voce»

Diversamente, cioè, che nella maggior parte degli organi d’informazione, ove la rappresentazione della disabilità è ancora “schiacciata” tra i racconti da cronaca nera o le cronache di prestazioni straordinarie e dove si fa fatica a comunicare con i linguaggi e nei modi appropriati “chi sono le persone con disabilità e perché sono disabili”. Sta proprio in questo uno dei principali significati di “Sapete come mi trattano?”, la prima edizione del concorso organizzato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha vissuto il suo momento conclusivo il 18 settembre scorso

Sembra che oggi la disabilità si misuri soltanto in soldi che non ci sono, che forse una volta c’erano (ma quando?) e che adesso non ci sono più. In realtà la crisi doveva – e dovrebbe ancora – rivoluzionare il modello stesso di sviluppo, facendo sì che la spesa fondamentale di uno Stato ricco occidentale, venisse destinata al welfare, alla qualità della vita dei cittadini, trasformando il problema in ricchezza, in opportunità, in risorsa per tutti. E invece le persone con disabilità continuano a vivere di rinunce, di brontolii, di paure…