Un premio per dar voce alle discriminazioni e contribuire a diffondere in Italia un nuovo approccio alla disabilità, attraverso foto, vignette, video e brevi sceneggiature.
Erano “obiettivi sfidanti”, quelli che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) si poneva e veniva a porre in occasione della prima edizione del Concorso Sapete come mi trattano? [si legga nel nostro sito l’elenco dei premiati, cliccando qui, N.d.R.] – iniziativa organizzata con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – correndo il rischio che questa straordinaria intuizione potesse esprimere non a pieno il suo potenziale.
Lo stesso Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, ovvero l’organizzazione che ha curato la segreteria del Concorso) , ha ammesso il dubbio iniziale di avere affidato un compito troppo difficile agli aspiranti autori.
E invece tutti i possibili timori sulla riuscita dell’iniziativa sono stati completamente fugati nel corso della cerimonia di premiazione del 18 settembre scorso, svoltasi a Roma, negli splendidi spazi dell’Aranciera di San Sisto, dove a tutti i partecipanti è stato restituito pienamente il senso e il successo di Sapete come mi trattano?, tanto dal punto di vista del supporto incontrato in questi mesi, che dal numero e dalla qualità delle opere presentate.
«Abbiamo riscontrato – ha affermato per l’occasione Pietro Barbieri, presidente della FISH – un range di idee particolarmente importanti e interessanti e un impegno che vogliamo prendere è proprio quello di cercare di promuovere queste opere il più possibile, perché crediamo debbano trovare un loro spazio nei luoghi dove la comunicazione si realizza quotidianamente».
Nei media, appunto, dove la rappresentazione della disabilità è ancora “schiacciata” tra i racconti da cronaca nera o le cronache di prestazioni straordinarie, e dove si fa fatica a comunicare con i linguaggi e nei modi appropriati “chi sono le persone con disabilità e perché sono disabili”.
«Questo premio – ha commentato dal canto suo Giampiero Griffo dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) – vuole esattamente mettere in evidenza un lavoro per la gran parte dei casi fatto da persone giovani, aperte a questa prospettiva, le quali vogliono testimoniare come sia possibile comunicare in modo diverso, e che questo può essere un campo in cui la comunicazione non si fermi soltanto all’apparire».
«Si può comunicare la realtà – ha continuato Griffo – in maniera divertente, riflessiva, che possa dare un messaggio utile alla società, favorendo nello stesso tempo quelle battaglie di emancipazione, di rispetto dei diritti umani in cui siamo impegnati tutti i giorni».
L’esigenza della Federazione, quindi, di non fermarsi a una fondamentale azione politica di rappresentanza, ma di cercare anche di offrire una direzione di carattere culturale più ampio rispetto al rapporto tra disabilità e discriminazione, ha trovato la sua perfetta sintesi in questo concorso di idee, e nelle risposte ricevute.
Proprio per questi motivi, restano pochi dubbi rispetto al fatto che la FISH ripeterà questa esperienza, lanciando una seconda edizione del Concorso Sapete come mi trattano?, che potrebbe vedere una maggiore tematizzazione. Possibili argomenti: il binomio disabilità-povertà, o la doppia discriminazione che colpisce le donne con disabilità. (Giuliano Giovinazzo)