Purtroppo sui danni da parto e problematiche affini le nostre famiglie hanno accumulato – a proprie spese – un sapere che avrebbero preferito non possedere mai.
Ancora una volta, quindi, riteniamo si debbano ascoltare le valutazioni e le richieste dei cittadini-utenti – e poi davvero tradurle in provvedimenti operativi – anche e soprattutto in questo delicato settore della medicina, tornato prepotentemente alla ribalta per alcuni casi clamorosi di queste ultime settimane.
In sostanza, quali riteniamo siano le principali cause delle drammatiche conseguenze che un parto “sbagliato” provoca al nascituro e/o alla madre?
– I problemi organizzativi, come il mancato riconoscimento di una chiara “linea di comando” (e quindi di responsabilità), il mantenimento in funzione di reparti privi delle caratteristiche necessarie per assicurare un buon funzionamento, la mancata emanazione e/o esecuzione di chiare, aggiornate e vincolanti Linee Guida.
– I conflitti di interesse, sia per ingerenza della politica, sia per interessi personali.
– La dubbia etica professionale di alcuni specialisti.
– La scarsa disponibilità a riconoscere l’errore professionale e a trasformare i suggerimenti del cittadino-utente – come già accennato e al di la dell’aspetto della stessa denuncia penale e della richiesta di risarcimento danni – in validi provvedimenti operativi.
Perché poi meravigliarsi tanto della così scarsa natalità italiana se, oltre ai mille problemi economici delle famiglie, anche il più naturale degli avvenimenti umani viene spesso trasformato in un atto ad alto rischio?
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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