«Vi chiedo sincerità nel voler porre realmente fine alle condizioni disumane e alla povertà estrema di tanta parte dell’umanità, investendo in infrastrutture, piccole tenute agricole e servizi sociali, guardando soprattutto a donne e ragazze. E vi chiedo sincerità nel sostenere chi è più vulnerabile, malgrado la crisi economica globale di questi anni, combattendo ogni disuguaglianza, sia fuori che dentro il proprio Paese».
È stato questo uno dei passaggi più significativi del discorso inaugurale del segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon, in apertura dell’Assemblea Generale convocata nei giorni scorsi a New York, per fare il punto sullo stato di raggiungimento degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals), campagna globale lanciata dall’ONU nel 2000 che ha fissato nel 2015 la fine del suo percorso.
Otto Obiettivi (“Eliminare fame e povertà estrema” – “Istruzione primaria per tutti” – “Pari opportunità fra i sessi” – “Ridurre la mortalità infantile” – “Migliorare la salute materna” – “Combattere HIV/AIDS e malaria” – “Assicurare la sostenibilità ambientale” – “Sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo”) che vale sempre la pena ricordare come siano profondamente connessi alla condizione di milioni di persone con disabilità nel mondo, quasi sempre “i più poveri tra i poveri”.
«I Millennium Development Goals – ha sottolineato Ban ki-moon – hanno certamente segnato una “svolta epocale”, ridando urgenza a una “vecchia missione” dell’ONU e definendo obiettivi e tempi raggiungibili. E alcuni risultati concreti sono stati ottenuti: ci sono nuove partnership tra pubblico e privato, la frequenza scolastica è cresciuta, c’è più acqua pulita, è migliorato il controllo di molte malattie e si stanno diffondendo tecnologie più compatibili con l’ambiente. E tuttavia molti dei progressi ottenuti sono ancora fragili e soprattutto c’è ancora tanto da fare, in particolare per ridurre la mortalità infantile e per migliorare la condizione di vita di quelle giovani donne costrette a lavori pesanti, mentre dovrebbero essere a scuola. E c’è ancora tanto da fare anche per tutti quei lavoratori messi ai margini dalla crisi economica globale».
Dopo avere annunciato il lancio di una Strategia Globale per la salute delle donne e delle ragazze nel mondo e dopo avere chiesto un ripensamento sulla validità di quelle forme economiche che hanno portato alla recente crisi mondiale, il segretario delle Nazioni Unite ha voluto ribadire che, «malgrado tutti gli ostacoli, nonostante lo scetticismo e pur essendo ormai prossima la scadenza del 2015, gli Obiettivi sono raggiungibili». «Quest’anno – ha aggiunto – ho visitato una dozzina di Stati dell’Africa e mi sono reso conto personalmente che ce la possiamo fare. Dal Villaggio del Millennium nel Malawi alla Comunità Songhai del Benin ho notato innovazione, progetti integrati e tanta forza. Sono spinte che meritano di essere premiate e dobbiamo essere noi a farlo, con iniziative politiche forti e soprattutto rispettando gli impegni economici definiti».
«Fate vostri gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – ha concluso Ban ki-moon, rivolgendosi all’Assemblea – perché nessuno di noi potrà stare tranquillo finché così tante persone mancheranno delle basi necessarie a una vita dignitosa. Consentiteci dunque di investire in un futuro migliore per tutti, perché non esiste altro progetto globale più importante di questo». (Stefano Borgato)
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