Qual è stato l’esito del Summit delle Nazioni Unite svoltosi nei giorni scorsi a New York e convocato per fare il punto della situazione a cinque anni dalla scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con i quali ci si propose nel 2000 di sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo, riducendo la mortalità infantile e l’impatto delle malattie, oltre che lavorando in favore dell’istruzione, della salute materna e dell’uguaglianza di genere tra i sessi? Come aveva già dichiarato nel proprio discorso inaugurale il segretario generale dell’ONU Ban ki-moon, gli Obiettivi potrebbero ancora essere raggiunti, ma il lavoro da fare è ancora enorme e le parole non bastano più. In tal senso i 40 miliardi di dollari promessi in cinque anni per la salute materno-infantile, sono un ottimo inizio, ma «i conti – come spiegano qui di seguito gli esponenti della Coalizione Italiana contro la Povertà – devono tornare anche con i fatti». Per questo un particolare richiamo va fatto proprio al nostro Paese, che risulta essere uno tra i principali responsabili degli impegni finanziari finora mancati. In chiusura presentiamo anche un ampio resoconto dei risultati del Summit, grazie alla disponibilità del Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite. Si tratta di temi universali, decisivi per il futuro dell’umanità, che non possono non coinvolgere direttamente gli oltre 600 milioni di disabili del mondo, quasi sempre “i più poveri tra i poveri”