Gentile professore, chi le scrive fa parte del Consiglio Direttivo della LEDHA – la Lega per il Diritto delle Persone con Disabilità – l’aggregazione regionale in Lombardia delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari.
Quasi tutti noi siamo anche persone con disabilità o loro familiari: quindi, se per caso un giorno qualcuno dovesse prendere sul serio le sue affermazioni – così come le abbiamo potute leggere su Facebook – potremmo finire i nostri giorni sulla terra con un bel volo giù dalla Rupe Tarpea, naturalmente per il bene dell’umanità, della sua evoluzione e del suo progresso.
Purtroppo in un non lontano passato qualcuno già prese sul serio le dotte considerazioni di alcuni “scienziati e studiosi” che a fine Ottocento fondarono l’eugenetica e, nella seconda metà degli anni Trenta, pianificò e realizzò un’imponente attività di “ripulitura” dell’umanità da persone “inadatte a vivere”. Nella Germania nazista furono più di 70.000 le persone con disabilità prelevate alle loro famiglie per essere poi uccise o sottoposte ad esperimenti come cavie umane, naturalmente sempre “per il bene dell’umanità”.
Le consigliamo semplicemente di leggere il testo della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: poco più di cinquanta pagine, scritte in un linguaggio molto diretto, che spiegano che le persone con disabilità sono semplicemente persone con diritti come tutti gli altri, tra cui anche quello all’istruzione, e che si diventa persone con disabilità solo e quando si incontrano barriere comportamentali e ambientali che impediscono la partecipazione su base di uguaglianza con gli altri.
Ci permettiamo di farle notare che affermazioni come le sue possano essere facilmente considerate come una barriera comportamentale, anche abbastanza consistente e dolorosa, alla piena inclusione dei cittadini con disabilità e quindi come una violazione dei diritti umani.
Speriamo anche di poterla un giorno incontrare per continuare a parlare di questi argomenti e per questo le diamo un appuntamento per una data: il prossimo 27 gennaio, quando inaugureremo a Sesto San Giovanni (Milano) una mostra dedicata all’Olocausto delle persone con disabilità. Sarà un’occasione per ricordare, a noi come a lei e a tutte le persone che vogliono giustamente ragionare con la propria testa, che la Rupe Tarpea è ancora dentro di noi e che può ancora tornare ad essere una realtà e non un semplice riferimento ad un mondo antico e passato.
Sarà anche un’occasione per ribadire a tutti che noi faremo tutto il possibile – compresa la fatica di scrivere questa lettera – perché nessuno, lei compreso, possa mai più pensare a un altro essere umano come a un «organismo che non dovrebbe campare».
*Presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità).
**Direttore della LEDHA.
***Portavoce della LEDHA e direttore responsabile di Superando.it.
Per quanto poi riguarda la disabilità al tempo del nazismo, oltre alla consultazione di www.olokaustos.org, suggeriamo anche la lettura – nel nostro sito – dei seguenti articoli: Crimini dimenticati (a cura di Stefano Borgato, cliccare qui); Non c’è storia senza etica (di Luisella Bosisio Fazzi, cliccare qui); Il passato che non deve tornare (cliccare qui); Non dimentichiamo quello sterminio di «connazionali improduttivi» (cliccare qui); L’olocausto rimosso delle persone con disabilità (cliccare qui) e Lo sterminio delle persone con disabilità come preludio dell’Olocausto (di Giovanni De Martis, cliccare qui).