«La patologia da trauma cranio-encefalico produce esiti di notevole impatto sociale, sia per il tipo di disabilità conseguente (neuromotoria, cognitiva, comportamentale), sia perché le fasce d’età più colpite sono quelle dei giovani-adulti, implicando quindi estese compromissioni di ruolo e produttività sociale. I trattamenti intensivi di cui oggi disponiamo riducono fortemente il tasso di mortalità, ma allo stesso tempo incrementano sensibilmente il numero dei soggetti disabili che richiedono un continuo intervento di riabilitazione medica, psicologica e sociale».
Lo si legge nella presentazione del convegno previsto per sabato 16 ottobre ad Alghero, in provincia di Sassari (Hotel Carlos V, Lungomare Valencia, ore 9), attorno al quale ruoterà la tredicesima Giornata Nazionale del Trauma Cranico. Titolo dell’appuntamento: Problematiche conseguenti agli esiti di gravi cerebrolesioni acquisite. Protagonisti ed Esperti a confronto.
«Lo scopo del convegno – scrivono i promotori dell’iniziativa, organizzata dall’Associazione Sarda Traumi Cranici di Alghero e dalla FNACT (Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico) – è evidenziare, come ampiamente dimostrato, che un adeguato intervento riabilitativo sul piano medico, cognitivo, neuropsicologico e comportamentale, integrato con attività sportive (laboratori teatrali, musicali ecc.), può produrre il reinserimento sociale e lavorativo e una qualità di vita soddisfacente, compatibilmente con il danno iniziale».
La Giornata è rivolta a tutti i Cittadini e in particolare alle persone con esiti di grave cerebrolesione acquisita, ai loro familiari, ai rappresentanti istituzionali, ai responsabili delle ASL, a coloro che prestano servizio nelle Unità Operative di Rianimazione, Neurochirurgia e Riabilitazione, agli psicologi, agli operatori dei Servizi Sociali Territoriali, agli educatori e ai volontari delle Associazioni. (S.B.)
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