L’avevamo intitolato E molto spesso i nodi vengono al pettine… l’articolo con cui avevamo dato notizia ai Lettori dell’elezione di Anna Petrone – donna con disabilità in carrozzina – al Consiglio Regionale della Campania, Istituzione situata però in un edificio inaccessibile di Napoli. «Serviranno dunque adeguamenti sostanziali – avevamo scritto – in modo tale da rendere finalmente accessibile anche a chi si muove in carrozzina uno dei tanti edifici pubblici del nostro Paese che attualmente non lo sono» (il testo integrale è raggiungibile cliccando qui).
Oggi però, a distanza di sei mesi da quell’elezione, sembra proprio che “i nodi continuino a tornare al pettine”… In questi giorni, infatti, è successo che un guasto alla pedana riservata alle persone con disabilità abbia impedito ad Anna Petrone di partecipare ai lavori del Consiglio regionale. E così il Partito Democratico ha chiesto la sospensione dei lavori del Consiglio, «fino a quando sarà riparato lo scivolo che garantiva ai soggetti con difficoltà motorie di superare la rampa di scale che conduce in aula», come riferisce il quotidiano «Il Mattino».
Sempre «Il Mattino» parla poi di ben dodici lettere su tali problemi inviate in questi mesi al presidente del Consiglio Regionale Paolo Romano. Lettere che però, a quanto pare, sono rimaste sempre senza risposta. Per questo la consigliera Angela Cortese chiede oggi «pari opportunità per i consiglieri, consentendo anche ad Anna Petrone di partecipare alle riunioni di Consiglio». E sottolinea che la pedana rotta è «un aggeggio antiquato e non idoneo, di cui chiediamo la rimozione e la sostituzione». «La cosa più offensiva – conclude Cortese – per un eletto del popolo» – che non può prendere parte ai lavori del Consiglio è sentirsi dire “ti prendiamo in braccio”». E non solo «per un eletto dal popolo», aggiungiamo…
In conclusione «Il Mattino» riporta anche le dichiarazioni della persona direttamente interessata, Anna Petrone, secondo la quale «è un nostro dovere civile sospendere le riunioni del Consiglio perché le nostre esigenze sono le stesse degli altri. Stiamo qui per lavorare, ma quando si violano diritti come questi non si può far finta di niente».
In attesa degli sviluppi, non possiamo che ribadire quanto già scritto nella primavera scorsa e cioè che se questo servirà a rendere finalmente accessibile uno dei tanti edifici pubblici del nostro Paese “ricchi” di barriere, ben vengano i disagi presenti. A patto, però, che non si perda più troppo tempo. (Stefano Borgato)
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