Organizzato da FisioSport Terraglio, con la collaborazione della Polisportiva Terraglio e i patrocini dell’Università di Verona, delle Province di Venezia e di Treviso, dei Comuni di Venezia e di Preganziol (Treviso), del CONI e del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) del Veneto, di Special Olympics Italia e delle ULSS 9, 12 e 13, si terrà venerdì 29 ottobre a Mestre (Polisportiva Terraglio, ore 9) l’incontro dal titolo Acqua: sfida alla disabilità e motore di inclusione. Incontro tra ricerca e prassi medica e sociale, che vedrà le relazioni di fisiatri, fisioterapisti, educatori e pazienti sull’importanza delle tecniche riabilitative in acqua per recuperare autonomia motoria e sociale.
Vi è una vasta casistica di persone affette da patologie molto differenti, ma tutte gestibili con successo grazie alla terapia in acqua. Si tratta di malattie rare, ma anche di disturbi diffusi come il Parkinson, che possono essere alleviati con tecniche riabilitative che si servano di questo elemento. Lavorare in acqua consente al paziente di conquistare grande autonomia, autostima e capacità di relazionarsi con il proprio corpo e con gli altri.
E tra gli specialisti che parteciperanno all’incontro del 29 ottobre – insieme a Maria Concetta Scaglione e a Elisabetta Pusiol, direttore tecnico della Polisportiva Terraglio – saranno presenti anche il fisiatra Paolo Fraschini e il fisoterapista Orazio Vitale dell’Istituto “E. Medea“-Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco), oltre a Leonardo Panzeri, presidente dell’ASITOI (Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta), che coglierà l’occasione per testimoniare l’importanza della riabilitazione in acqua attraverso la presentazione del caso di Anna, bimba di 9 anni affetta appunto da osteogenesi imperfetta, che da quando era piccolissima ha trovato nella riabilitazione in acqua lo strumento per raggiungere risultati forse impensabili attraverso altre metodiche.
Malattia genetica che colpisce 1 su 10.000/15.000 nati, l’osteogenesi imperfetta compromette fortemente l’autonomia di chi ne è affetto, a causa dell’insorgenza di fratture spontanee o dovute a minimi urti o torsioni. Le deformità dell’apparato scheletrico completano il quadro di sintomi dovuti alle anomalie del tessuto connettivo osseo, che sono all’origine della patologia e che contribuiscono a causare gravi disabilità fisiche e problemi respiratori. Tutto ciò rende complessa e faticosa la conquista di una vita autonoma per la persona che ne è affetta.
Per questo, il coraggio di Anna e dei suoi genitori – ma soprattutto l’importante ruolo svolto dalla fisioterapia in acqua per i bambini affetti da questa patologia – diventano una testimonianza importante: sono state proprio Maria Concetta Scaglione della Polisportiva Terraglio ed Elisabetta Pusiol – direttore tecnico della stessa Società, come detto – che a Venezia hanno seguito Anna in questi anni, guidate dalle conoscenze scientifiche messe a disposizione dal Centro di Bosisio Parini.
A Mestre, quindi, saranno loro a illustrare l’approccio che ha guidato la riabilitazione di questa bimba dalla determinazione e dalla vitalità fuori del comune. Oggi, infatti, si può proprio dire che Anna abbia fatto dell’acqua quasi il suo ambiente naturale, luogo di apprendimento motorio, ma anche di gioco, di piena espressione della propria corporeità e di disciplina del movimento, grazie al quale il suo stile di vita – anche fuori dalla piscina – è migliorato sensibilmente.
Un progresso personale unico, quello di Anna, che è però già replicato con successo su altri bambini e che può essere ripetuto su persone affette da tante altre patologie. (Marco Penna)
Articoli Correlati
- Special Olympics: guardare oltre, cercare l’anima «Il messaggio di Special Olympics è molto semplice ed è quello di guardare oltre, andare oltre la superficie e cercare il cuore, l’anima della persona che c’è di fronte»: lo…
- Giochi Mondiali di Special Olympics: i numeri, le parole e le gare 7.000 atleti da 170 Paesi del mondo, impegnati in 24 diverse discipline sportive: bastano questi dati a caratterizzare i Giochi Mondiali Estivi di Abu Dhabi di Special Olympics, il movimento…
- L’abilità e il coraggio di credere nei propri sogni «Lo sport mi ha aiutato a crescere, ad avere coraggio, ma più di ogni cosa mi ha fatto sentire l’affetto e la fiducia di tante persone. Sentirmi apprezzato anche da…