Non ci resta che l’ironia

di Stefano Borgato
Che ci sia qualcuno che sta prendendo sin troppo alla lettera le parole del ministro Tremonti, quando aveva dichiarato che «2,7 milioni di invalidi pongono la questione se un Paese così possa essere ancora competitivo»? O sono semplicemente le "pari opportunità" di essere picchiati come gli altri? Meglio usare l'ironia, perché è sin troppo difficile commentare il pestaggio di una persona con disabilità a Roma, accusata dall'aggressore di avergli rigato la macchina e finita all'ospedale con gravi lesioni. Restando naturalmente vicini al malcapitato e augurandogli la più rapida guarigione possibile

Perosna in carrozzina caduta a terra«Vorrei che si girasse un film con protagonisti dei disabili cattivi, per far capire alla gente che handicap non è necessariamente sinonimo di bontà». Era il 1997, quando Stefania Delendati, donna con disabilità impegnata nella UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Salsomaggiore, lanciò questa lungimirante e lucida idea di pari opportunità nel giornale nazionale di quella stessa Associazione.

Una frase che ci è tornata in mente leggendo la notizia del trentottenne con disabilità – persona con una malformazione agli arti superiori – preso a botte nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma (se ne legga tra l’altro cliccando qui), perché ritenuto responsabile, da un venticinquenne magazziniere, di avergli rigato l’auto.
Per la cronaca, la persona picchiata è finita in ospedale con una mandibola fratturata e il rischio di perdere un occhio – ciò che fortunatamente sembra fugato – mentre l’aggressore – che ora, a quanto pure, vorrebbe scusarsi – è stato denunciato per lesioni gravissime.

Difficile commentare una notizia come questa. Rischia di far tornare alla mente quanto aveva più volte dichiarato nel giugno scorso il ministro dell’Economia Tremonti, ovvero che «2,7 milioni di invalidi pongono la questione se un Paese così possa essere ancora competitivo», facendo pensare che qualcuno magari abbia preso il Ministro sin troppo alla lettera.
Ma forse, oltre ad essere vicini a Paolo – la persona con disabilità vittima del pestaggio – e ad augurargli la più rapida guarigione possibile, è meglio usare l’ironia e ricordare che Stefania Delendati aveva sì parlato di «disabili cattivi, da punire e maltrattare», ma riferendosi a un film e intendendo contribuire al superamento dell’immagine di un disabile “buono a tutti i costi”. La vicenda vissuta da Paolo – che tra l’altro non sembra avere affatto rigato quella macchina – fa parte invece della realtà, una realtà, purtroppo, sempre più cupa.

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