Continuiamo dunque a seguire gli sviluppi della protesta in corso in Sardegna – da parte del mondo associativo e non solo – dopo i recenti tagli contenuti nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 34/30, in riferimento ai Piani Personalizzati di Sostegno per le persone con disabilità grave, come da Legge 162/98.
Nel nostro più recente contributo dedicato alla questione (disponibile cliccando qui), oltre a soffermarsi sugli esiti dell’assemblea tenutasi il 5 novembre a Cagliari, Rita Polo, del Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna, aveva anche riferito della mozione presentata al “Parlamento Sardo” da ben ventisette consiglieri regionali di opposizione (la si legga cliccando qui), preannunciando che altri consiglieri stavano preparando un documento analogo. Oggi è la stessa Rita Polo, insieme a Marisa Melis – altra componente del Comitato – a informarci dell’avvenuta presentazione di questa seconda mozione, proveniente stavolta da diciotto consiglieri della maggioranza (la si legga cliccando qui).
«Le richieste – spiegano Polo e Melis – sono analoghe a quelle della mozione presentata dall’opposizione, ovvero di un impegno, da parte della Giunta Regionale, di reintrodurre i 25 milioni di euro che verrebbero tagliati dalla Deliberazione n. 34/30 e di rivedere i criteri troppo penalizzanti». «Qualche differenza c’è – concludono le rappresentanti del Comitato – ma è importante constatare come vi sia già in Consiglio una maggioranza trasversale che approva le nostre richieste e proposte».
Un altro punto evidenziato nei giorni scorsi riguardava l’allargamento delle adesioni alla protesta in numerose zone della Regione. E a confermarlo vi è la lettera di tredici associazioni del territorio di Sassari, inviata all’assessore regionale all’Igiene, alla Sanità e all’Assistenza Sociale Antonello Liori, oltre che al sindaco e all’assessore comunale alle Politiche Sociali di Sassari, Gianfranco Ganau e Francesco Scanu. Vi si scrive che «le Associazioni delle persone con disabilità e loro familiari di Sassari e Provincia esprimono preoccupazione, sconcerto e quindi disapprovazione in merito alla Delibera 34/30 sul finanziamento dei Progetti Personalizzati (Legge 162/98) e, in particolare, sull’adozione di nuovi criteri di accesso e della documentazione che gli utenti saranno costretti a produrre per accedere ai Piani e al loro rinnovo, che sono stati comunicati dalla Regione a poco più di un mese dalla scadenza del termine, con evidente confusione per gli utenti, che dovranno produrre nuova documentazione in brevissimo tempo, con ulteriori disagi e spese a loro carico. I timori maggiori, alla luce delle modifiche approvate dalla Giunta Regionale per i criteri di accesso ai Piani e la progressiva riduzione del finanziamento legata all’età (il “criterio età” è inammissibile, perché la disabilità e le sue esigenze non diminuiscono con l’avanzare dell’età, ma è il contrario), riguardano la sorte dei disabili adulti e ultrasessantacinquenni, che vedranno progressivamente ridotte le ore di assistenza fino ad essere lasciati fuori, a parità di disabilità con utenti più giovani, dai progetti».
«Inoltre – continua la lettera proveniente da Sassari – non si condivide la struttura della “scheda salute”, che a partire da quest’anno dev’essere compilata dal medico di famiglia (ciò è condivisibile per evitare abusi), ma che continua a presentare domande vaghe e inadatte all’individuazione del bisogno e della specifica condizione di disabilità del paziente; è proprio sulla scheda salute che è necessario intervenire per realizzare un vero progetto personalizzato, che tenga conto della disabilità legata allo svolgimento delle azioni quotidiane».
«Alla luce di quanto sinteticamente esposto sopra – concludono le tredici Associazioni – auspichiamo la costituzione urgente e immediata di un tavolo di concertazione, per discutere insieme i criteri sui quali basare le future modifiche e formulare proposte condivise dalle Associazioni che, nella Commissione Consultiva Regionale per la Legge 162, attraverso i loro rappresentanti raggruppati nelle federazioni FISH [Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, N.d.R.] e FAND [Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità, N.d.R.], avevano già raggiunto risultati condivisi a stragrande maggioranza, risultati che purtroppo non sono stati minimamente presi in considerazione».
A firmare il documento sono esattamente la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), l’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), l’AssoNHor “novus Horizons”, l’UFHa Sassari (Unione Famiglie Handicappati), l’ALICE (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), Diritti Negati, l’Associazione Sarda Traumi Cranici, Il Labirinto, Sardegna per Tutti, Isola Blu, L’Isola che non c’è, la SASM (Sardegna Sclerosi Multipla) e l’ASARP (Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica). (S.B.)
– Cresce la protesta in Sardegna, ma anche la consapevolezza (Rita Polo) (cliccare qui)
– Sardegna: la mobilitazione continua (cliccare qui)
– Ma non si dovrebbe favorire la permanenza del disabile in famiglia? (FISH Sardegna) (cliccare qui)
– Non si può fare cassa sulla pelle delle persone con disabilità! (cliccare qui)
– Sardegna: non tagli, ma progetti personalizzati di maggiore qualità (Alfio Desogus) (cliccare qui)
– Sardegna: non è accettabile quel taglio di 25 milioni per i progetti personalizzati (cliccare qui)