Si aprirà martedì 23 novembre a Roma una due giorni dedicata al tema Terza età, “un mondo da scoprire, una risorsa da valorizzare”, organizzata presso il complesso monumentale di Borgo Santo Spirito da «Salute-la Repubblica», in collaborazione con Comunicando Eventi e in tale ambito – all’interno della sezione denominata Testamento biologico: due voci a confronto – saranno presenti Beppino Englaro, presidente dell’Associazione Per Eluana e Fulvio De Nigris dell’Associazione Gli Amici di Luca, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma presso la Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, intervistati da Guglielmo Pepe, coordinatore del convegno e direttore di «Salute-la Repubblica» (ore 11.45).
«Sono contento di questo confronto pubblico – dichiara a tal proposito De Nigris – che approfondisce un tema e aiuta a capire, in un momento in cui, a partire dalla trasmissione Vieni via con me di Fabio Fazio del 15 novembre scorso, si è riaperta la polemica tra informazione e capacità di raccontare in maniera pluralistica la realtà, attraverso gli occhi e le testimonianze di chi la vive direttamente».
«La vecchiaia – continua De Nigris – non è soltanto un fatto anagrafico, ma è un fattore culturale che coinvolge il nostro sguardo e il nostro modo di percepire il mondo anche nei percorsi della convivenza con la malattia, quando improvvisamente tutto viene erroneamente ricondotto a un percorso di fine vita che, per fortuna, a volte può essere invertito. Infatti, invecchiamo tutti, ma il problema delle relazioni con il contesto affettivo, amicale, sociale e ambientale in cui viviamo apre per noi molte problematiche. Ne cito solo alcune: il rapporto tra genitori anziani e figli dopo una grave cerebrolesione, la mancanza di strutture ove poter assistere giovani in stato vegetativo persistente, che molto spesso vengono “parcheggiati” in case di cura per anziani o ancora l’età delle persone con esiti di coma che si sta innalzando. Guardiamo quindi alla terza età come a una risorsa, una delle tante che possono affrontare tutte le problematiche della nostra società civile».
«Il dibattito sul testamento biologico – conclude il direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma di Bologna – è dunque un’occasione per guardare al fine vita come al punto di partenza di una rifondazione dei diritti e delle libertà di ciascuno nel percorso della propria esistenza. Non siamo solo un “Paese per vecchi”, se non ci sono prospettive, infatti, la nostra vita può spegnersi, in buona o cattiva salute, anche negli occhi di un giovane senza speranze e senza prospettive per il futuro». (S.B.)
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