Ci sono stati recenti sviluppi per una vicenda che il nostro sito aveva segnalato nel 2008 (se ne legga nell’articolo intitolato E secondo l’INPS con il tempo si può migliorare…, cliccando qui), dopo cioè che a Giuseppe Sannino, presidente dell’ANIDA di Napoli (Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili), colpito dal virus della poliomielite all’età di otto mesi e oggi poco più che sessantenne, l’INPS del capoluogo campano aveva ridotto la percentuale di invalidità dal 100%, con accompagnamento, all’80%, «come se – aveva commentato lo stesso Sannino – con l’avanzare dell’età le condizioni fisiche migliorassero!».
Rendendo dunque la propria vicenda personale una sorta di “battaglia-simbolo”, il presidente dell’ANIDA aveva messo a conoscenza della situazione tutte le più alte cariche dell’INPS e dell’ASL, oltre che le maggiori associazioni di medici, le Istituzioni, i politici e gli organi d’informazione.
Con la propria Associazione aveva anche organizzato – nell’aprile del 2009 – un convegno ad hoc, intitolato ASL ed INPS a confronto: esistono medici di serie A e medici di serie B, con l’obiettivo di sensibilizzare i medici dell’INPS a evitare che diagnosi “sbagliate” potessero colpire le vere persone con disabilità, con conseguenze talora assai pesanti.
Alla fine, però, non avendo ottenuto alcun risultato concreto, si era visto costretto a ricorrere alla Magistratura, supportato anche da centinaia di testimonianze di solidarietà provenienti da persone con disabilità.
Ebbene, come riferisce ora Sannino, «la Sentenza n. 25383, emessa il 21 ottobre scorso dal Giudice di Napoli, in funzione del Giudice del Lavoro, riconosce la giusta invalidità al 100% con accompagnamento, a decorrere dalla data della revoca».
Si tratta di un precedente quanto mai importante, secondo il presidente dell’ANIDA che, «come fatto in passato e con i limitati strumenti a propria disposizione», cercherà ora di informare più persone possibili di tale provvedimento, «che potrà certamente favorire la restituzione del maltolto ad altre persone con disabilità, pur non potendo loro pagare i danni in ogni caso patiti». (S.B.)
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