Rischiano la chiusura le case famiglia di Roma

Si tratta di cinquantacinque strutture, che accolgono e assistono quotidianamente oltre trecento persone con disabilità, e che chiedono al Consiglio Comunale della capitale di assicurare i fondi necessari alla loro sopravvivenza. A coordinare l'iniziativa è Casa al Plurale, associazione cui aderiscono diciassette organizzazioni che gestiscono strutture e progetti di solidarietà e integrazione sociale nel Lazio, che ha riunito nei giorni scorsi le case famiglia della capitale, per discutere insieme questa situazione di emergenza

Disegno che rappresenta una casa famiglia ospitamnte persone con disabilità«Il Consiglio Comunale, che sta per votare l’assestamento al bilancio di previsione 2010, si adoperi a scongiurare l’imminente rischio chiusura delle cinquantacinque case famiglia di Roma, assicurando i fondi (2.800.000 euro) necessari alla loro sopravvivenza». Questo l’appello lanciato nei giorni scorsi dalle case famiglia di Roma all’Assemblea Comunale capitolina, anche attraverso l’invio di una serie di telegrammi, con il testo: «Consiglieri capitolini, votate per la sopravvivenza delle case famiglia».

A coordinare l’iniziativa è Casa al Plurale – associazione cui aderiscono diciassette organizzazioni che gestiscono strutture e progetti di solidarietà e integrazione sociale nel Lazio – che ha riunito nei giorni scorsi le case famiglia della capitale, per discutere insieme la situazione di emergenza in cui versano tali strutture, che accolgono e assistono, quotidianamente, oltre trecento persone con disabilità.
Le case famiglia, infatti, non hanno smesso di preoccuparsi e di chiedere chiarimenti sulle risorse ad oggi effettivamente disponibili, anche dopo che la Giunta, il 9 novembre scorso, aveva approvato l’assestamento di bilancio 2010, recuperando un terzo di quel che serve, ovvero un milione di euro. «Apprezziamo l’impegno dell’assessore alle politiche sociali Belviso – dichiara in tal senso Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale – ma purtroppo non basta, ora tocca al Consiglio fare la propria parte, assegnandoci i fondi necessari. Noi restiamo fiduciosi».
Da segnalare, inoltre, che il Comune di Roma, dal prossimo anno, pagherà le fatture presentate con ritardi di oltre sei mesi, ciò che comporterà la necessità, da parte degli Enti Gestori, di ricorrere alle anticipazioni bancarie, con un costo aggiuntivo a loro carico di un ulteriore 3%. «A questo – aggiunge Berliri – non va trascurata la notizia del taglio di un quarto del fondo per il cinque per mille, previsto dalla Legge di Stabilità 2011, che metterà le case famiglia in ulteriore difficoltà».

«Chiediamo quindi l’aiuto delle Istituzioni tutte – conclude il presidente di Casa al Plurale, che in questi giorni ha incassato anche l’appoggio di Confcooperative e di Legacoop – vale a dire della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma, oltre che dei vari Municipi della capitale; siamo speranzosi, infatti, di ricevere un messaggio di sostegno da parte dei loro rappresentanti che certo non abbandoneranno oltre trecento disabili quasi tutti senza più nemmeno la famiglia. Se invece non ci sono i soldi necessari, ci dicano quali sono le priorità del Comune di Roma. Nel luglio scorso era stata proprio Casa al Plurale a lanciare un grido d’allarme, proponendo, ad esempio, di fermare i lavori della “Nuvola” di Fuksas per salvare i disabili. Mentre infatti le case famiglia di Roma rischiano di chiudere, per adeguarne le rette basterebbe meno del 2% del costo della “Nuvola”».
La cosiddetta “Nuvola di Fuksas”, vale la pena ricordarlo, è il nuovo Centro Congressi di Roma, firmato appunto dal noto architetto Massimiliano Fuksas. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Casa al Plurale, tel. 06 37351082, info@casaalplurale.org.
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