Trust e Amministrazione di Sostegno: «abiti su misura» per la tutela

di ANFFAS Torino*
Si tratta infatti di strumenti che hanno attuato una vera e propria "rivoluzione copernicana" in ambito di protezione e tutela delle persone con disabilità, in particolare di quelle con disabilità intellettiva o relazionale. L'Amministrazione di Sostegno, infatti, individua interventi su misura per la singola situazione e ad essa ben può essere affiancato lo strumento del Trust, da costruirsi altrettanto su misura. Se ne parlerà approfonditamente il 30 novembre a Torino, durante un convegno ideato dall'ANFFAS del capoluogo piemontese

Foto in bianco e nero di una mano sopra a quella di un'altra personaSi svolgerà martedì 30 novembre a Torino (Aula Magna “Fulvio Croce” del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia”, Corso Vittorio Emanuele II, 130, ore 9-18), un interessante convegno ideato dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) del capoluogo piemontese, denominato Il Trust e l’Amministrazione di Sostegno. Vi parteciperanno rappresentanti istituzionali e delle associazioni, mentre tra i relatori vi saranno tra l’altro anche Marisa Gallo, giudice tutelare del Tribunale di Torino, Sergio Monticone, consulente giuridico dell’ANFFAS di Torino, Mariagrazia Monegat di Senjor Partner LS-Lexjus Sinacta di Milano e altri esperti del settore giuridico.
Ben volentieri cediamo la parola ai promotori dell’iniziativa, che qui ne approfondiscono i contenuti.

Le persone con disabilità – specie se intellettiva e/o relazionale – e tutti coloro che si trovano in condizioni tali da richiedere protezione e sostegno hanno visto riconosciuta una nuova dignità con l’introduzione, nel nostro ordinamento, della Legge 6/04 che ha totalmente innovato le misure di protezione delle persone prive, in tutto o in parte, di autonomia, introducendo l’Istituto dell’Amministrazione di Sostegno e superando quelli dell’Interdizione e dell’Inabilitazione che comportano, soprattutto nel caso della prima, l’assoluto annullamento della persona e la sua “sostituzione” da parte di un’altra (la cosiddetta “morte civile”).
È stata così realizzata una vera e propria rivoluzione copernicana: non più persone che debbono essere interdette e così private totalmente della capacità di agire, ma persone che possono beneficiare di una protezione specifica in relazione alle loro particolari esigenze, quasi come un “abito su misura” che tenga conto delle loro aspirazioni, volontà e desideri.
Proteggere, sì, dunque, ma senza privare di tutti i diritti e soprattutto rispettando l’autonomia e la dignità della persona. L’Istituto dell’Amministrazione di Sostegno, infatti, è finalizzato a rendere agevole, per le persone che ne beneficiano, lo svolgimento di attività di carattere negoziale che – per le condizioni fisiche o psichiche – si rivelino difficoltose o impossibili: l’Amministratore si sostituisce o si affianca alla persona senza privarla della capacità di compiere altri atti e, soprattutto, senza privarla dei diritti personalissimi, quali, ad esempio, quelli di contrarre matrimonio o di riconoscere un figlio.
Un Istituto duttile e versatile che il Giudice Tutelare costruisce su misura per la persona, ascoltando i suoi desideri ed entrando nel suo mondo solo per sostenerla.

Nei casi poi in cui si renda necessario gestire un patrimonio della persona con disabilità, ma, ancora più, di coloro dai quali dipende il futuro della persona con disabilità stessa, diviene del tutto naturale accostare all’Amministrazione di Sostegno il Trust, strumento, quest’ultimo, che meglio di ogni altro si presta ad essere la soluzione adeguata a rispondere all’esigenza di gestire, conservare e amministrare risorse a beneficio della sola persona con disabilità, senza confonderle con il patrimonio del gestore e senza che le vicende personali della stessa possano distrarre dal fine le risorse stesse.
Il Trust, dunque, può essere uno strumento complementare alla protezione dell’Amministrazione di Sostegno, ma anche rappresentare un’alternativa ad essa. In fondo, trust significa fiducia e il rapporto di Trust è infatti un rapporto di fiducia: mi fido, perciò affido e confido che il programma di protezione delle risorse venga attuato nell’interesse del beneficiario.
Il Trustee è necessariamente un soggetto che gode della fiducia del disponente, ma che risponde del proprio operato al beneficiario e, quando questi sia una persona con disabilità, dovrà riferirne al suo rappresentante (genitore, tutore, amministratore di sostegno) e così, indirettamente, al Giudice Tutelare.
Persone con disabilità? Sì, ma ognuna unica e per le quali l’Istituto dell’Amministrazione di Sostegno individua interventi ad personam, su misura per la singola situazione, a cui ben può essere affiancato lo strumento del Trust, da costruirsi altrettanto su misura per le esigenze della persona con disabilità, ma non solo.

*Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (il sito dell’ANFFAS di Torino è www.anffas.torino.it).

Il programma completo del convegno di Torino è disponibile cliccando qui. Per ulteriori informazioni: ANFFAS Torino, tel. 011 3810723, info@anffas.torino.it.
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