Pubblicare quei dati non era lecito: sanzionata la Regione Puglia

Chiude un complesso procedimento amministrativo - durato più di tre anni - e ingiunge alla Regione Puglia di pagare 40.000 euro il Garante per la Protezione dei Dati Personali, meglio noto come Garante per la Privacy. La stessa Regione Puglia, infatti, aveva pubblicato sul proprio sito istituzionale informazioni riguardanti la salute e le diverse patologie di 4.500 persone con disabilità, che avevano usufruito di un sussidio per l'acquisto di un computer, incorrendo così in un illecito trattamento di dati sanitari vietato dalla legge

Il presidente dell'Ufficio del Garante per la Privacy Francesco PizzettiSignificativo il provvedimento adottato il 23 settembre scorso dal Garante per la Protezione dei Dati Personali – meglio noto come Garante per la Privacy – nei confronti della Regione Puglia. A quest’ultima, infatti, è stato ingiunto (si legga l’Ordinanza relativa cliccando qui) di pagare una sanzione di  40.000 euro, per avere pubblicato sul proprio sito istituzionale informazioni riguardanti la salute di 4.500 persone con disabilità che avevano usufruito di un sussidio per l’acquisto di un computer.

«Per un lungo periodo di tempo – si legge a tal proposito nel notiziario ufficiale del Garante – sul sito della Regione [Puglia, N.d.R.] si sono potuti consultare gli elenchi di tutte le domande presentate per avere il contributo. E, circostanza ancor più grave, accanto ai nomi e cognomi dei richiedenti erano associate anche le diverse patologie: disabili dell’udito e del linguaggio, disabili della vista, disabili motori. Pubblicando informazioni così delicate, la Regione è dunque incorsa in un illecito trattamento di dati sanitari vietato dalla legge».
«Proprio in considerazione dell’evidente rilevanza sociale dell’iniziativa – conclude la nota – l’ente avrebbe dovuto invece adottare tutte le cautele per evitare di arrecare un grave pregiudizio ai numerosi disabili che avevano fatto domanda per il sussidio diffondendone i dati sanitari in Internet».

Con l’ingiunzione di pagamento da parte del Garante, si chiude un complesso procedimento amministrativo iniziato ben tre anni fa e che ha richiesto, oltre alla sanzione amministrativa, anche due provvedimenti di divieto del Garante stesso. (S.B.)

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