«Caro Babbo Natale, per quest’anno vorrei… Che anche qui in Italia i signori che decidono le cose per noi bambini sapessero riconoscere davvero cosa è bene per noi».
In Italia manca un Piano Nazionale per l’Infanzia. L’ultimo fu quello del 2002- 2004 e quindi il nostro Paese è privo di un documento guida sulle politiche per l’infanzia e l’adolescenza da oltre cinque anni. Il prossimo Piano per l’Infanzia (2009-2011) deve ancora essere approvato dal Parlamento!
«Caro Babbo Natale, per quest’anno vorrei… Che se mi voglio proteggere dalle angherie c’è qualcuno che si preoccupa dei miei diritti».
In Italia solo sei Regioni hanno attivato il Garante per l’Infanzia. In Lombardia, ad esempio, esso è stato istituito formalmente con una Legge Regionale del 30 marzo 2009, ma non è mai stato attivato alcun ufficio.
«Caro Babbo Natale, per quest’anno vorrei… Che la mia casa, la mia scuola e anche i giardini dove vado a giocare fossero posti sicuri, dove le persone che mi stanno vicino si prendono cura di me e io non devo avere paura di loro».
In Italia l’abuso sui bambini è un fenomeno allarmante: solo nel 2009 sono stati denunciati 4.200 reati contro i bambini di cui la maggior parte rappresentati da maltrattamento in famiglia e violenza sessuale. Si calcola che più di 700.000 bambini siano a rischio.
L’organizzazione Terre des Hommes risponde con un impegno ad ampio raggio che coinvolge i Comuni italiani [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] e con la campagna IO Proteggo i Bambini che nel 2011 avrà, tra i suoi obiettivi, anche la ratifica della Convenzione di Lanzarote [contro l’abuso sui minori, siglata il 25 ottobre 2007, N.d.R.], ancora ferma in Parlamento.
«Caro Babbo Natale, per quest’anno vorrei… Che mi facessero uscire da questo posto con le sbarre… perché io non ho fatto niente e la mia mamma vorrebbe tanto portarmi a vivere in una vera casa…».
In Italia sono ancora un centinaio i bambini in carcere a seguito di mamme detenute. L’attuale Legge Finocchiaro, a causa dei severi requisiti che prevede, non permette alle mamme di accedere agli arresti domiciliari speciali. Esse sono quindi costrette a partorire in carcere e crescervi i propri piccoli sino a tre anni, per poi separarsi da loro. Inoltre, sono costrette a stare lontano dai figli maggiori di tre anni (circa 5.000) che le attendono invano a casa.
Da cinquant’anni impegnata in prima linea per la protezione dei diritti dei bambini, Terre des Hommes chiede dunque al Parlamento Italiano, alle Regioni, ai Comuni e alla Società Civile del nostro Paese uno sforzo concreto e immediato affinché siano finalmente rimossi i nodi che ancora oggi, in Italia, rendono la tutela dell’infanzia per molti versi lacunosa.
Per il Natale del prossimo anno ci piacerebbe che nessun bambino italiano dovesse scrivere una lettera come questa e lavoreremo con le Istituzioni, locali e nazionali, gli organi d’informazione, le associazioni e i cittadini, per assicurare a ogni bambino protezione, sicurezza e rispetto.
Nel condividere totalmente il messaggio di Terre des Hommes Italia, non possiamo aggiungere un dato semplice e incontrovertibile: che cioè sono proprio i bambini e le bambine con disabilità – in Italia e nel mondo – tra i primi a subire violenze e abusi. (S.B.)
*Responsabile dei Diritti dei Bambini per Terre des Hommes Italia ONLUS.
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