Le spiegazioni improbabili

di Giorgio Genta*
Attendendo di conoscere gli sviluppi della storia della ventiseienne olandese Monique Van der Vorst, che dopo tredici anni in carrozzina e due medaglie d'argento paralimpiche, ha riacquistato l'uso delle gambe, riuscendo ad alzarsi e a camminare in autonomia, magari con il supporto di qualche documentazione clinica e anche approfondendo le notizie su quell'intervento chirurgico errato che potrebbe essere stata la causa della sua paralisi, preferiamo pensare che quanto accaduto sia il risultato di una combinazione tra forza di volontà e fortuna

Monique Van der Vorst ha vinto due medaglie d'argento paralimpiche di handbike«Dopo tredici anni in carrozzina e due medaglie d’argento paralimpiche di handbike… torna a camminare!». Questa la notizia che da alcuni giorni sta suscitando clamore e che riguarda Monique Van der Vorst, atleta olandese di 26 anni, “condannata” alla carrozzina probabilmente da un errore medico durante un intervento chirurgico reso necessario da un incidente stradale e che dopo due altri lievi incidenti, tredici anni dopo, ha riacquistato l’uso delle gambe, riuscendo ad alzarsi e a camminare in autonomia!

Difficile la spiegazione del suo caso da un punto di vista clinico: forse le terminazioni nervose a livello spinale non erano completamente interrotte e la “scossa” provocata dai due incidenti successivi ha in un certo senso “ripristinato il circuito”.
Grazia Longo, su «La Stampa» del 28 dicembre (Quando la mente paralizza il corpo, visionabile cliccando qui), tende a suggerirne una spiegazione psicosomatica. Spiegazione possibile, ma a nostro parere poco convincente e troppo facile da tirare in ballo, quando in medicina manca una spiegazione scientificamente valida.
Innanzitutto gli illustri clinici intervistati in quell’articolo dichiarano subito di non potersi esprimere sul caso di Monique, non avendo i dati necessari e quindi si esprimono in via generale su «nevrosi isteriche» e «rapporti corpo-mente», secondo appunto la medicina psicosomatica.
In secondo luogo ci sembra sottovalutata l’informazione che vi fu un intervento chirurgico errato, mentre invece potrebbe essere stata proprio questa la vera causa della paralisi, ancor più dell’incidente in sé.
Ancora, appaiono carenti le cause che potrebbero avere scatenato una nevrosi isterica: la ragazza, infatti, è sempre stata molto volitiva e determinata contro le avversità, non sono note possibili cause di blocco e la sua storia “successiva” depone a favore del massimo impegno in tutti i campi, gare comprese.

Attendendo perciò di conoscere gli sviluppi della storia in ogni caso prodigiosa di Monique (con relative cartelle cliniche, se possibile), preferiamo pensare che essa sia il risultato di una combinazione di forza di volontà e di fortuna.
Forza di volontà e fortuna (e qui fortuna significa nascere in una famiglia “dedicata”), che sono alla base – in un altro ambito della disabilità – di alcune prodigiose storie delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi cerebrolesi.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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