Sembra dunque che quanto accaduto a Katia, bimba nata viva il 23 dicembre scorso e deceduta poco dopo, costituisca addirittura il settimo caso, in soli due anni e mezzo, di morte sospetta di un neonato nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Partinico (Palermo).
Mentre il padre della bimba è convinto che sia stato il ritardo nel cesareo a causarne il decesso, la struttura è stata chiusa dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, parte del personale è stata sospesa dal servizio e si è avviata anche un’inchiesta da parte della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’Efficacia e l’Efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, presieduta dal senatore Ignazio Marino.
Una sola domanda: tutto questo non poteva essere fatto prima? Non esiste una procedura automatica per prevenire l’eccesso di errore clinico? Ovvero quando il tasso di mortalità neonatale si discosta troppo dalla media nazionale, non dovrebbe esistere un meccanismo automatico di blocco della struttura e di sollecito avvio di un’inchiesta esterna? E se tutto questo non esiste, perché?
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
Articoli Correlati
- L’accessibilità dei servizi di ginecologia e ostetricia Se molte donne con disabilità non riescono ad accedere a servizi sanitari, come quelli di ginecologia e ostetricia, questo non dipende dalla loro disabilità, ma dal fatto che spesso quei…
- Assistenza dell’ostetrica e sessualità nella disabilità motoria L’ostetrica non dovrebbe essere solo colei che assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, ma anche chi partecipa alla promozione della salute…
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…