Quella maratona acquatica, metafora della vita di ogni disabile

57 lunghi chilometri lungo il Rio Paranà, in Argentina, in una delle gare di nuoto di fondo più difficili, la “Santa Fe-Coronda”, terza tappa del giro del mondo “A nuoto per i mari del globo”. Sta per partire la nuova sfida di Salvatore Cimmino, nuotatore con un arto amputato, che scrive: «Questa gara ha assunto per me un significato particolare, quasi simbolico: le difficoltà che presenta, la determinazione necessaria per affrontarla, l’entusiasmo, che diventa sostegno fondamentale, di quanti assistono, tutto questo rappresenta in qualche modo la metafora della mia vita, della vita forse di ogni disabile». E aggiunge che «un Paese come il nostro, che non investe sul benessere di tutti i suoi cittadini, compresi quelli con disabilità, è un Paese che non ha futuro. Per questo non smetto di sperare, non smetto di lottare, non smetto di nuotare»

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Licenziamento dei lavoratori disabili avviati dai servizi per il collocamento obbligatorio

Presentiamo – con questo ampio approfondimento – uno sguardo d’insieme sulle tutele e le cautele di cui la legge e la giurisprudenza circondano il licenziamento di un lavoratore avviato da parte dei servizi competenti per il collocamento obbligatorio delle persone con disabilità: licenziamento per mancato superamento del periodo di prova, per giustificato motivo soggettivo od oggettivo, per disabilità sopravvenuta o insussistente, fino alla risoluzione per la scadenza del termine. Le varie Sentenze della Cassazione e le leggi, a partire dalla 68 del 1999 che ha fissato le norme per il diritto al lavoro dei disabili

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Dietro ogni scelta politica c’è la vita o la morte di uomini e donne

«In Calabria le persone con disabilità muoiono», ci ha scritto con dolore Rita Barbuto di DPI (Disabled Peoples’ International) e quando a uno di loro accade di «morire prima della sua ora», è l’amara denuncia di don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, «i politici, i dirigenti e i burocrati della Regione non se ne accorgono nemmeno». Franco – scomparso nei giorni scorsi – era una persona con una grave forma di distrofia muscolare, ma impegnata da sempre a lottare per sé e per gli altri contro i ricoveri nelle strutture essenziali. In questi ultimi mesi, a sovrastarlo e a debilitarlo ben oltre l’evoluzione della sua malattia, sono state le tensioni con gli addetti del comparto socio sanitario regionale

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