Dopo una serie di iniziative già organizzate lo scorso anno a Barzanò (Lecco), l’Associazione Nazionale Polio e Sindrome Post-Polio* ha accolto le richieste arrivate da parte di numerose persone per un nuovo ciclo di incontri dedicato alla danza. Partirà presto, dunque – esattamente il 5 febbraio a Sirtori (Lecco) – il Progetto Dance in Life, con la collaborazione di alcuni insegnanti professionisti di ballo.
«Questo percorso – spiegano i promotori – sarà aperto a tutti, per consentire a chi ama la musica e la danza di mettersi in gioco. Lo scopo e la metodologia sono quelli di rendere accessibile il linguaggio della danza a tutte le persone interessate, alle persone con disabilità e non, senza preclusioni di età e di sesso. Eseguendo infatti semplici esercizi, arriveremo a cogliere uno spunto, un elemento, un qualcosa che è in atto a livello di relazione, lasciando che da questa suggestione fluisca la danza».
Come detto, dunque, la presentazione e l’inizio del nuovo percorso – patrocinato dal Comune di Sirtori – sarà sabato 5 febbraio (Aula Magna “Niso Fumagalli”, Scuola Primaria, Via Pineta, 1, ore 14.30-17), mentre i successivi incontri si avranno il 19 febbraio, il 26 marzo, il 16 aprile, il 21 maggio e il 18 giugno. (S.B.)
*Come si può leggere nel sito dell’Associazione Nazionale Polio e Sindrome Post-Polio, «la poliomielite (o morbo di Heine-Medin) è oramai una malattia completamente eradicata nel mondo occidentale grazie all’utilizzo di vaccini quali il Sabin e il Salk. Dall’inizio degli anni Ottanta si è però evidenziata agli occhi dei clinici una nuova patologia, denominata Post-Polio Syndrome (PPS), che ha messo in allarme i “polio-survivors” e ha posto l’esigenza di ulteriori ricerche, cure e rimedi per affrontare in modo sistematico i nuovi sintomi. In Italia, per altro, l’attuale panorama è desolante, a causa del ritardo delle istituzioni (questa patologia non è stata ancora riconosciuta da parte del Ministero delle Salute), di una prevenzione lasciata all’iniziativa e alla buona volontà di pochi medici privi di strutture e di mezzi per poter attuare un’efficace opera di informazione e della mancata creazione di centri specialistici, contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi. Si stima che in Italia ci siano circa 70-80.000 persone “polio-survivors” che possono quindi essere interessate alla PPS».
Sul tema segnaliamo anche, nel nostro sito, l’ampio approfondimento curato da Lia Fabbri, con il titolo di Poliomielite: passato e presente (cliccare qui).
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