Attualmente l’Italia risulta essere – purtroppo – l’unico Paese nel mondo occidentale ad avere posto dei limiti alla copertura del Servizio Sanitario Nazionale per le cure della degenerazione maculare senile, grave patologia oculare che colpisce il 32% delle persone al di sopra dei 75 anni (in totale 2 milioni di persone) e che porta alla perdita progressiva della vista, fino alla cecità.
Al momento, infatti, la copertura da parte dell’SSN per le iniezioni intravitreali – unica terapia disponibile in grado di contenere l’evolversi della malattia – viene garantita solo ai pazienti con un visus superiore ai due decimi. Chi ce l’ha invece inferiore ai due decimi, o può pagarsi quelle iniezioni (il farmaco Lucentis costa circa 1.200 euro a fiala, il Macugen circa 600 euro) oppure è condannato alla cecità.
«Il limite di due decimi posto dall’AIFA [Agenzia Italiana del Farmaco, N.d.R.] – dichiara Tiziana Fattori, direttore generale dell’Associazione Per Vedere Fatti Vedere – impedisce di fatto a chi ne ha più bisogno di mantenere quella visione residua in grado di garantire al paziente l’autosufficienza e una vita dignitosa. Per chi ha meno di due decimi, infatti, poter riacquistare almeno un decimo significa passare dalla non autosufficienza alla possibilità di una vita ancora autonoma e dignitosa e per un anziano, che vive magari da solo, questo significa davvero molto».
Per questo, dunque, la stessa Associazione Per Vedere Fatti Vedere ha lanciato nei giorni scorsi la campagna denominata Io ho meno di due decimi… cura anche me!, con la quale chiedere che venga abolito immediatamente quel limite, allineando l’Italia agli altri Paesi occidentali, dove tale discriminazione non esiste.
Tutti possono aderire a tale iniziativa, accedendo allo spazio specifico creato nel sito internet di Per Vedere Fatti Vedere e inviando un proprio messaggio di protesta (cliccare qui). (S.B.)
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