Sembrava finito, venerdì scorso, il cammino degli Azzurri ai Campionati Europei di ice sledge hockey (hockey su slitta) in Svezia, a Solleftea. Infatti, dopo il bruciante avvio e le tre vittorie consecutive con Russia, Svezia e Polonia, era arrivata la brusca battuta d’arresto con la Repubblica Ceca (0-3), che non aveva compromesso il passaggio alle semifinali, ma che costringeva la nostra Nazionale ad affrontare subito lo squadrone della Norvegia, campione uscente e grande favorita anche di questo torneo.
E invece – quasi a evocare antichi ricordi calcistici di Spagna 1982, con le inattese vittorie nei confronti di Argentina e Brasile – sabato è arrivata l’impresa clamorosa: bloccato egregiamente Pedersen, per anni ritenuto uno dei migliori giocatori al mondo, rimontato il vantaggio norvegese con reti di Planker e capitan Chiarotti, 2-1 conclusivo e Italia in finale!
Un bel mix di bravi “veterani” – che si sono presi una grande rivincita sulle tante partite perse in passato per un soffio – e di interessanti “nuove leve”, la Nazionale Italiana, che, non va dimenticato, si è affacciata al suo esordio in campo internazionale da soli sette anni (se ne legga nel nostro sito un’ampia scheda, cliccando qui).
Tutta la formazione di questi “cavalieri che fecero l’impresa” merita di essere citata: Stillitano, Rosa, Planker, Cavaliere, Winkler, Radice, Balossetti, Araudo, Chiarotti, Macrì, Stella, Condello, Leperdi. In panchina il giovane italo-svedese Carlo Muhr.
Arriva così la finale di domenica 20 ed è di nuovo Repubblica Ceca, vicecampione uscente e vincitrice in semifinale per 1-0 contro l’Estonia. Le sensazioni, però, dopo la vittoria con la Norvegia, sono quanto mai positive e altissima è la carica di entusiasmo, cosicché la stessa formazione che due giorni prima aveva imposto l’alt agli Azzurri viene questa volta superata con un secco 2-0, marcato da Plank (sei reti totali nel torneo) e da Leperdi. L’Italia sale sorprendemente sul tetto del continente!
«Nessuno si aspettava la nostra vittoria – commenta a caldo Werner Winkler, quasi incredulo -, siamo partiti dall’Italia con l’obiettivo di arrivare fra le prime quattro. E invece, dopo soli setti anni che giochiamo, siamo Campioni d’Europa ed è bellissimo!».
L’aveva detto, il capitano Andrea “Ciaz” Chiarotti, prima degli Europei e noi avevamo ripreso le sue parole alla vigilia di tutte le partite, visto l’esito positivo delle stesse: «Cercheremo di sopperire con le risorse che “ci vengono da dentro” a quello che ci è mancato in termini di preparazione». Ebbene, siamo felici di ripeterlo ancora una volta: grandi le dote tecniche e agonistiche, ma altrettanto grandi anche quelle risorse “da dentro”, nel far conseguire alla Nazionale Italiana – rappresentante di un campionato ancora dilettantistico, con sole tre squadre – questo straordinario risultato. (S.B.)