Dura a morire è l’ignoranza della legge

di Giorgio Genta*
Di fronte a quella dirigente scolastica che ha deciso di non autorizzare le gite scolastiche a un ragazzo con sindrome di Down, non resta che sperare che i genitori di quest'ultimo chiedano alla dirigente - se permarrà nella sua tesi - di rifondere i danni causati dal suo atto marcatamente discriminatorio. E a chi è sopra di lei di richiamare con forza una persona capace di esprimere siffatti concetti nella veste di dirigente della Pubblica Istruzione

Testa calva di uomo con mani sulla faccia in espressione di disperazioneMalgrado da più di duemila anni il proverbio ammonisca che l’ignoranza della legge non è una scusante, c’è ancora in Italia chi – pur dovendo conoscere benissimo, “per mestiere”, le leggi che governano il suo settore – continua tranquillamente ad ignorarle e a credersi fonte delle medesime.

È quanto nei fatti ha commesso (l’ignava?) dirigente scolastica di quell’Istituto Comprensivo di Catanzaro che ha deciso di vietare future gite scolastiche a uno studente con disabilità di terza media. Al ricorso dei genitori che si sono rivolti alla polizia per far rispettare la legge, la dirigente ha risposto – aggravando vieppiù la sua posizione – con la comunicazione ai docenti della sua intenzione di non autorizzare più per il futuro gite scolastiche allo studente con sindrome di Down che, a suo dire, aveva «scarsa capacità di apprendere a causa della sua infermità genetica».
Una motivazione allucinante, che genera sdegno e quasi orrore, sia per la crassa ignoranza che l’ha prodotta , sia per il sottile razzismo eugenetico che la pervade.

I padri fondatori dell’integrazione scolastica italiana – purtroppo nelle tombe quelli morti e nei loro studi quelli vivi – avranno certo sobbalzato all’incredibile notizia, così smaccatamente avversa ad ogni legge e regolamento vigente e negatrice del concetto stesso di integrazione scolastica.
Noi ci limitiamo a sperare che i coraggiosi genitori del ragazzo chiedano alla dirigente – se permarrà nella sua tesi – di rifondere i danni causati dal suo atto marcatamente discriminatorio. E a chi è sopra di lei di richiamare con forza una persona capace di esprimere siffatti concetti nella veste di dirigente della Pubblica Istruzione.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

Sulla medesima vicenda affrontata nel presente testo, segnaliamo anche – sempre nel nostro sito – un articolo di Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), intitolato Quando la discriminazione viene combattuta in classe, disponibile cliccando qui, nel quale – oltre a deprecare con forza il comportamento della dirigente scolastica di Catanzaro – viene anche evidenziato il messaggio di civiltà e di speranza dato dai compagni di scuola del ragazzo con disabilità, che pur di non vederlo discriminato, avrebbero dichiarato di preferire rinunciare tutti alle gite.
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