Malgrado da più di duemila anni il proverbio ammonisca che l’ignoranza della legge non è una scusante, c’è ancora in Italia chi – pur dovendo conoscere benissimo, “per mestiere”, le leggi che governano il suo settore – continua tranquillamente ad ignorarle e a credersi fonte delle medesime.
È quanto nei fatti ha commesso (l’ignava?) dirigente scolastica di quell’Istituto Comprensivo di Catanzaro che ha deciso di vietare future gite scolastiche a uno studente con disabilità di terza media. Al ricorso dei genitori che si sono rivolti alla polizia per far rispettare la legge, la dirigente ha risposto – aggravando vieppiù la sua posizione – con la comunicazione ai docenti della sua intenzione di non autorizzare più per il futuro gite scolastiche allo studente con sindrome di Down che, a suo dire, aveva «scarsa capacità di apprendere a causa della sua infermità genetica».
Una motivazione allucinante, che genera sdegno e quasi orrore, sia per la crassa ignoranza che l’ha prodotta , sia per il sottile razzismo eugenetico che la pervade.
I padri fondatori dell’integrazione scolastica italiana – purtroppo nelle tombe quelli morti e nei loro studi quelli vivi – avranno certo sobbalzato all’incredibile notizia, così smaccatamente avversa ad ogni legge e regolamento vigente e negatrice del concetto stesso di integrazione scolastica.
Noi ci limitiamo a sperare che i coraggiosi genitori del ragazzo chiedano alla dirigente – se permarrà nella sua tesi – di rifondere i danni causati dal suo atto marcatamente discriminatorio. E a chi è sopra di lei di richiamare con forza una persona capace di esprimere siffatti concetti nella veste di dirigente della Pubblica Istruzione.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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