Nell’ambito della Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down del 21 marzo, l’associazione padovana Down DADI (Down, Autismo e Disabilità Intellettiva) ha promosso una serie di iniziative, a partire dal convegno di venerdì 25 marzo, realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e denominato Perché noi no…? Sessualità e disabilità intellettiva tra bisogni e diritti (Sala Paladin di Palazzo Moroni, ore 17), nel corso del quale verrà tra l’altro presentato il cortometraggio Cinquanta di questi giorni, dedicato proprio alla sessualità delle persone con disabilità intellettiva, cui hanno partecipato anche Silvia Zaramella e Luca Bicciato, due giovani di Down DADI.
Aperto dai saluti delle autorità e dopo lo spazio riguardante il citato cortometraggio, l’incontro prevede la tavola rotonda Il diritto alla vita sessuale e affettiva del Disabile Intellettivo: una conquista culturale e di civiltà, cui parteciperanno Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, Angelo Lascioli dell’Università di Verona, responsabile scientifico del Progetto Cinquanta di questi giorni, George Del Re, direttore dell’Unità Operativa Complessa del Consultorio Familiare ULSS 10 di Portogruaro (Venezia), Patrizia Sartori, responsabile del Servizio Integrazione lavorativa dell’ULSS 16 e Anna Pretolani, responsabile del Progetto di Educazione Sessuale per Down DADI. A moderare i lavori vi sarà Patrizia Tolot, vicepresidente della stessa Associazione organizzatrice.
Ma non saranno solo discorsi e riflessioni, come accennato inizialmente. A concludere il convegno, ad esempio, vi sarà un momento conviviale, all’interno del Palazzo Municipale di Padova, con aperitivo servito dai ragazzi dei Percorsi di Autonomia di Down DADI.
E ancora, sempre il 25 marzo, in pieno centro della città veneta, una trentina di coppie di “attori/genitori” – con persone Down e non – munite di un ombrello rosso ciascuna e di palloncini, si “bloccheranno” per circa tre minuti, a ripetizione, in un bacio appassionato. «Un effetto “rosso” – dichiara Patrizia Tolot – che non passerà certo inosservato, a sottolineare l’idea che tutti, giovani e non, normodotati o meno, hanno diritto a una sana affettività di coppia».
Prevista infine – in collaborazione con la locale Società APS – anche una campagna di affissioni su tram e bus di Padova, con manifesti centrati sull’immagine che qui a fianco presentiamo. (S.B.)
Articoli Correlati
- La disabilità, il dibattito sull’assistente sessuale e oltre In questo approfondimento curato da Andrea Pancaldi, non si intende entrare nel dibattito sui “sì, no, forse” della figura dell’“assistente sessuale”, ma ci si limita a dare una serie di…
- La grande sfida di un negozio vero Un negozio collocato all’interno di un Centro Commerciale, con la volontà di mostrare la disabilità intellettiva come una risorsa in grado di inserirsi nel tessuto urbano e di vendita, senza…
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…