Viene ritenuto molto positivo – dalla FIADDA Emilia Romagna–L’Orecchio Magico (Famiglie Italiana Associate per la Difesa dei Diritti dei Bambini Audiolesi) – che l’Azienda USL di Ravenna abbia voluto dedicare al problema del trattamento precoce della sordità uno specifico incontro rivolto a medici specialisti (otorinolaringoiatri, pediatri, foniatri, neuropsichiatri infantili) e di medicina generale, oltreché a psicologi, genetisti, logopedisti, audiometristi e infermieri.
Accadrà sabato 2 aprile, a Ravenna appunto (Hotel Holiday Inn), con il convegno denominato Diagnosi e trattamento precoce della sordità congenita: un modello di efficace collaborazione, durante il quale numerosi esperti del settore affronteranno via via temi quali le Tecnologie e le procedure di screenig uditivo neonatali, l’Impianto cocleare e il follow up audiologico, il Counseling audiologico e psicologico, Il ruolo della neuropsichiatria infantile, la Genetica delle sordità, i percorsi precoci di riabilitazione nel bambino ipoacusico: metodi di intervento e altri ancora. A portare la testimonianza di un genitore, sarà poi proprio il presidente della FIADDA Emilia Romagna-L’Orecchio Magico Fabrizio Donato.
Quest’ultima Associazione, come si può leggere nel sito di essa, è costituita da «un gruppo di famiglie organizzate in ONLUS in alcune città dell’Emilia Romagna, collegato a una rete nazionale di esperti e professionisti, per offrire: ai nostri figli sordi, il percorso migliore possibile di crescita, riabilitazione ed integrazione sociale in effettiva condizione di pari opportunità; alle giovani famiglie che scoprono di avere un figlio sordo, sostegno e aiuto concreti di chi ha vissuto il problema prima di loro, per affrontare e superare le difficoltà iniziali e di crescita, sulla base delle esperienze dirette vissute in più di trent’anni con bambini e ragazzi sordi; alle Istituzioni che lavorano con le sordità, il riscontro di un’esperienza diretta sul territorio regionale con sanità, scuola, università e nelle varie relazioni sociali, come riferimento concreto per dimensionare e razionalizzare al meglio risorse, metodi e interventi pubblici più adatti alla concreta integrazione delle persone sorde. E anche una serie di proposte e appuntamenti formativi per l’aggiornamento degli operatori socio-sanitari e scolastici addetti ai bambini e ragazzi audiolesi; alla scuola e alla società civile, infine, la divulgazione e l’informazione sulle Buone Pratiche per l’integrazione, per incrementare le conoscenze, migliorare gli strumenti di comunicazione individuali e arricchire il proprio bagaglio di esperienze umane e sociali». (S.B.)
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