Parafrasando l’opera di Samuel Beckett, Aspettando Godot, si può dire che la nostra società sia dominata dalla credenza che la vita delle persone disabili sia apparentemente senza senso e senza scopo.
La diffidenza, da sempre, ha condizionato i rapporti tra “normodotati” e persone con disabilità, impedendo la crescita, l’affermazione e la realizzazione dei sogni di queste ultime. Fino a far sorgere una domanda (un dubbio?) spontanea: «è giusto che io esista?». Difatti, oggi il primo grande ostacolo che si presenta nella vita di un ragazzo con disabilità è quello di superare la sfiducia in se stesso: «ce la posso fare?», «rideranno di me?».
In Italia, per combattere la diffidenza, l’emarginazione, l’assenza e la mancanza di una progettualità della politica – che potrebbe rappresentare un’importante risposta al declino dei rapporti umani – ci sono solo gli esempi portati da quelle persone che, pur in gravi difficoltà, hanno comunque saputo trovare la strada per uscire fuori dal tunnel dell’immobilismo. Le loro esperienze rappresentano lo strumento fondamentale per trasmettere un dato incontrovertibile: la disabilità può davvero non rappresentare esclusivamente un limite.
Spesso è lo sport ad essere al centro di queste esperienze, lo sport che ad esempio ha rappresentato la rinascita di una persona, Massimo Romiti, del quale chi scrive è fiero di essere amico.
Qualche anno fa Massimo subì un incidente molto grave, facendo parapendio, riportando lesioni alla colonna tanto serie da non poter più camminare, se non con una sedia a ruote. Poi un giorno si avvicinò al canottaggio e, come nelle più belle favole, con forza e determinazione ritornò a camminare.
Ebbene, qualche giorno fa, al Circolo Canottieri Aniene di Roma, è stata organizzata una conferenza stampa di presentazione del primo corso di avviamento al canottaggio rivolto ai ragazzi con disabilità, progetto fortemente voluto e organizzato proprio da Massimo Romiti, per affermare, se ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza fondamentale di un’attività fisica – svolta anche solo a livello amatoriale – per sconfiggere le proprie e le altrui diffidenze.
*Di Salvatore Cimmino – nuotatore della Canottieri Aniene amputato della gamba destra, impegnato a dare visibilità al suo progetto Un mondo senza barriere e senza frontiere -, il nostro sito ha già avuto più volte occasione di occuparsi. Se ne legga ad esempio cliccando qui.
Per ulteriori approfondimenti sul corso di canottaggio avviato dal Circolo Canottieri Aniene, cliccare qui.
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