Da qualche migliaio di anni le parole bibliche risuonano nelle orecchie dei credenti come forte monito alla solidarietà e all’amore e anche in chi non è uomo di fede, certe domande suscitano interrogativi inquietanti e prospettano – soprattutto in una certa età della vita – la necessità di dover render conto, almeno a se stessi, delle proprie azioni passate e di quello che hanno causato agli altri.
Una sola categoria di persone sembra del tutto immune a tale travaglio: gli uomini politici italiani e questo è un fatto assai singolare perché essi dichiarano quasi tutti di trarre la loro forza (politica) proprio dalla fede.
Cos’hanno dunque fatto di così dannoso gli uomini politici italiani, siano essi di governo o di opposizione, ai loro fratelli con disabilità?
Quelli di governo – novelli “cavalieri dell’Apocalisse” – cavalcano impetuosi (anche se a molti di noi sembrano in groppa a vecchi ronzini bolsi), mietendo vittime senza pietà: tagliano fondi essenziali alle persone con disabilità, scatenano “cacce all’untore sociale” (rappresentato dal disabile in carrozzina, magari dotato di un lungo naso alla Pinocchio… A proposito, ricordate quando i nazisti disegnavano gli ebrei con grandi nasi e carichi di ori e gemme che cadevano dalle loro tasche?), mettono in crisi tutto l’apparato del welfare assistenziale.
Quelli dell’opposizione, però, non sono molto meglio perché, incapaci di costruire alternative credibili, producono fiumi di parole di solidarietà che si seccano prima di giungere alle “gole riarse” del destinatari.
Eppure, pur afflitti da una tale classe politica, dobbiamo continuare a sperare. Se non altro perché, come dice il proverbio, «Fin che c’è vita…». Finché c’è vita, appunto.
*Federazione Italiana ABC (Associazioni Bambini Cerebrolesi).
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