Carpi: bene il Festival, ma le barriere?

Come denuncia infatti una persona con disabilità della città emiliana, componente anche del Tavolo di Lavoro Comunale sulle Barriere Archiettoniche, una volta spente le luci di una manifestazione positiva e importante come il Festival Internazionale delle Abilità Differenti - in corso di svolgimento proprio in questi giorni a Carpi e in altre città emiliane - la realtà quotidiana è fatta di edifici pubblici inaccessibili, di marciapiedi occupati da piste ciclabili e di parcheggi riservati alle persone con disabilità gestiti male e con scarsi controlli sugli abusi

Porta socchiusa, con una persona dietro, in cima a una scalinata«Il Festival Internazionale delle Abilità Differenti – ci scrive Luca Manfredotti da Carpi (Modena), persona con disabilità, una delle due che compongono il Tavolo di Lavoro Comunale sulle  Barriere Architettoniche – è certamente un’iniziativa molto positiva, ma non altrettanto si può dire dell’atteggiamento e delle politiche in ambito di accessibilità attuate dalla nostra Amministrazione Municipale».

Parcheggi, marciapiedi, strutture dell’AUSL – a partire dall’Ospedale -, ma anche l’Anagrafe, la Polizia Municipale e altri uffici comunali: sono alcuni tra i principali punti dolenti individuati da Manfredotti, che intravede un comportamento quanto meno contraddittorio da parte della Giunta Comunale carpigiana. Quest’ultima, infatti, da un lato patrocina il citato Festival – manifestazione in corso di svolgimento fino al 15 maggio, anche in altre città emiliane, curata dalla Cooperativa Sociale Nazareno, al cui presidente abbiamo dedicato un’intervista in altra parte del nostro sito (la si legga cliccando qui) – dall’altro risulta inadempiente rispetto agli interventi di abbattimento delle barriere in tanti edifici pubblici.
Per citare solo qualche esempio, Manfredotti – che ha più volte esposto tale situazione al Sindaco e all’Assessore ai Lavori Pubblici, con un’ampia documentazione di approfondimento – ricorda come «tutti gli accessi alle strutture dell’AUSL, a parte quella centrale, si aprano solo verso l’esterno, come l’Anagrafe, la Polizia Municipale e gli uffici comunali di Via Peruzzi. Chiaramente questo rende praticamente impossibile l’accesso a una persona con disabilità da sola, in carrozzina o con le stampelle».
Oppure si parla dei marciapiedi, trasformati in piste ciclabili, a danno dei pedoni, dei bimbi, delle persone anziane e di quelle con disabilità, contro quanto prescrive lo stesso Codice della Strada. Senza dimenticare, infine, la cattiva gestione dei parcheggi riservati alle persone con disabilità e la mancanza di sanzioni efficaci per chi quei posti occupa senza averne diritto.

Cita le varie norme nazionali e regionali, Manfredotti, che prescriverebbero orami da tempo edifici pubblici accessibili. Cita l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale – è sempre bene ricordarlo – «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale». Potremmo aggiungere molto altro, a partire dalla Convenzione ONU sui Diritti per le Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18 del 2009), ricordandone ad esempio l’articolo 9 (Accessibilità), ove si scrive che «Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire [loro], su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, […] e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro, a: (a) edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro».
«E tuttavia – commenta con amarezza Manfredotti – dopo tanti anni passati a rivendicare i diritti delle persone con disabilità, so per esperienza che gli interventi a loro favore, così come l’applicazione delle leggi che le riguardano, spesso continuano ad essere considerati come “un’elemosina facoltativa” e non importa molto, ad esempio, che uno scivolo sia fatto o meno con la pendenza prevista dalla legge. Basta che ci sia!».

Insomma, bene, molto bene, il Festival Internzionale delle Abilità Differenti, preziosa vetrina per veri artisti, ma spente le luci di tale manifestazione, permangono ostacoli che rendono assai complicata la vita quotidiana delle persone con disabilità. Fermo restando, naturalmente, che le nostre pagine sono sempre aperte a motivate repliche, in questo caso da parte dell’Amministrazione Comunale di Carpi. (S.B.)

Share the Post: