Ci si riferisce, in particolare, a quello che, guardando alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, intende garantire a queste ultime «il diritto di fruire dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia, ricevendo servizi al medesimo livello di qualità degli altri fruitori senza aggravi del prezzo». Il tutto, inoltre, considerando come «atto discriminatorio quello di impedire alle persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive, di fruire, in modo completo ed in autonomia, dell’offerta turistica, esclusivamente per motivi comunque connessi o riferibili alla loro disabilità». Soddisfazione è stata espressa dal mondo delle Associazioni, che un peso importante hanno avuto all’interno della Commissione sul Turismo Accessibile in sede ministeriale. Si attende ora che il nuovo Codice – approvato il 5 maggio dal Consiglio dei Ministri e con il quale si intende attuare una vera e propria riforma dell’intero settore turistico – diventi norma definitiva dello Stato