Sostenenendo le famiglie, può crescere anche la tolleranza e la dignità per tutti

Il 15 maggio sarà la Giornata Internazionale della Famiglia, voluta dall’ONU nel 1993, per celebrare ciò che nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia – approvata quattro anni prima – è considerata l’unità fondamentale della società, riconosciuta come l’ambiente naturale per la crescita e il benessere dei bambini, ma determinante anche per lo sviluppo della loro personalità. Presentiamo il messaggio lanciato per l’occasione dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon, che dopo avere inserito tra le famiglie particolarmente a rischio proprio quelle con disabilità, conclude così: «Sosteniamo le famiglie, in quanto esse educano i giovani, si prendono cura degli anziani e fanno crescere comunità forti, costruite sulla tolleranza e sulla dignità per tutti»

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L’architettura tra conservazione e attenzione alle esigenze di tutti

Ovvero da una parte la conservazione per salvaguardare il patrimonio storico culturale, ma dall’altra anche l’innovazione, per rendere gli ambienti e i luoghi agibili a tutti, eliminando gli ostacoli fisici, culturali e percettivi. Se ne parlerà il 16 maggio a Ferrara, nel corso di un interessante convegno internazionale promosso dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara – in occasione del ventennale dalla sua Fondazione – insieme a Design for All Italia. Da segnalare anche la presenza, tra i partecipanti alla tavola rotonda conclusiva, di Roberto Vitali, presidente del network Village for all (V4A), oltreché referente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) per il settore turistico

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Un pensiero speciale per chi mi ha arricchito

«Credo che il mondo della disabilità – scrive Marta Pellizzi, giovane studentessa che vuole creare un’associazione – debba incominciare a rivendicare i propri diritti di persona, diritti di libertà e di pari opportunità e soprattutto il fondamentale diritto di amare e di avere degli amici senza essere giudicati». La sua riflessione, che riceviamo e ben volentieri pubblichiamo, vuole essere soprattutto un omaggio a quanti affrontano quotidianamente la disabilità e uno stimolo per tutti ad accorgersi anche di chi «sembra invisibile»

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