Ancora troppe famiglie vivono in condizioni di persistente e grave difficoltà. A causa della mancanza di posti di lavoro e di mezzi per far quadrare i conti, gli adulti non sono in grado di fornire un’alimentazione adeguata ai bambini, che di conseguenza ne portano a vita i segni fisici e cognitivi. Altri componenti della famiglia rischiano poi di essere trascurati e oggetto di privazioni, con la povertà che continua ad essere la causa di centinaia di migliaia di casi di mortalità da parto ogni anno.
All’origine del problema vi è spesso l’esclusione sociale, con la discriminazione e la disparità di accesso ai servizi sociali, che privano le famiglie dell’opportunità di progettare un futuro migliore per i loro figli.
Alcuni tipi di famiglie sono particolarmente a rischio, tra le quali quelle numerose, le famiglie monoparentali, quelle in cui i principali percettori di reddito sono disoccupati, ammalati o disabili, famiglie i cui componenti subiscono discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e famiglie che vivono nelle baraccopoli urbane o nelle aree rurali.
Anche le famiglie indigene e migranti, al pari di quelle che vivono in situazioni di conflitto o tensione, sono esposte a condizioni di emarginazione e privazione.
Alcuni Governi hanno adottato strategie focalizzate sulla famiglia, compresi programmi di trasferimento di denaro, assegni per i figli, incentivi fiscali e misure di protezione sociale specifiche, a tutela dell’identità sessuale e dei bambini.
La diffusione di tali politiche – che possono migliorare la situazione alimentare ed educativa dei bambini – può aiutare a porre fine a cicli di povertà che persistono di generazione in generazione.
In questa Giornata Internazionale della Famiglia, sosteniamo le famiglie, in quanto esse educano i giovani, si prendono cura degli anziani e fanno crescere comunità forti, costruite sulla tolleranza e sulla dignità per tutti.
*Segretario generale delle Nazioni Unite. Messaggio diffuso in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia del 15 maggio 2011. Traduzione e adattamento a cura di Laura Sesenna del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC) per l’Europa Occidentale – Zona di Italia, San Marino, Malta e Santa Sede. Il testo in lingua inglese del messaggio è disponibile cliccando qui.
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