Terra Futura: tanti torrenti e un unico fiume

La "Cura dei beni comuni" sarà il filo conduttore dell'ottava edizione di "Terra Futura", la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, che si svolgerà dal 20 al 22 marzo a Firenze, con una rassegna espositiva che coinvolgerà centinaia di enti e un ricco programma culturale, fatto di seminari, dibattiti, workshop e laboratori

Locandina ufficiale di «Terra Futura» del 2011È stata presentata nei giorni scorsi a Roma l’ottava edizione di Terra Futura, mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, che si svolgerà dal 20 al 22 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze.
La manifestazione è promossa e organizzata dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica ONLUS (per il sistema Banca Etica), dalla Regione Toscana e dall’Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale, in partnership con ACLI, ARCI, Caritas Italiana, CISL, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.

«Tanti torrenti e un unico fiume: questo è Terra Futura – ha dichiarato Sabina Siniscalchi, consigliere di amministrazione di Banca Popolare Etica – che si è nutrita negli anni con il moltiplicarsi di iniziative e presenze, accreditandosi come tavolo di incontro e dialogo per soggetti diversi fra loro, ma tutti impegnati nella cura dei beni comuni. Il fallimento della finanza irresponsabile lontana dall’economia reale, l’emergenza legalità, la “primavera araba”, raccontata attraverso testimonianze dal Nordafrica: Terra Futura metterà quest’anno al centro la Cura dei beni comuni come esercizio di democrazia e pratica di cittadinanza attiva, contro la globalizzazione selvaggia e l’individualismo sfrenato. A dieci anni dai fatti del G8 a Genova e in coincidenza del compleanno di Nelson Mandela, che ricorderemo con l’ambasciatrice del Sudafrica in Italia, presente a Firenze».

«In relazione ai beni comuni – ha puntualizzato dal canto suo, sempre in sede di presentazione dell’evento, Andrea Olivero, presidente di ACLI Nazionale – questo è un momento particolare per la vita dell’Italia. Nel Rapporto 2010 sulla libertà di informazione dell’Unesco, figuriamo infatti come settantacinquesimi sui 196 Stati in esame: siamo un Paese “parzialmente libero”, dunque, “parzialmente democratico”, ciò che assegna alle nostre organizzazioni compiti e responsabilità precise. La libertà di informazione è uno dei grandi presìdi per la tutela dei beni pubblici. Al contrario, le recenti vicende referendarie hanno testimoniato il bavaglio imposto ai media, nella speranza che i Cittadini non discutano di beni essenziali come l’acqua o l’energia e si dimentichino dei referendum, strumento decisivo per la qualità della democrazia. Terra Futura lavora anche affinché ognuno di noi si senta chiamato a partecipare, immaginando forme nuove di cura dei beni comuni, che debbono essere non solo nella disponibilità di tutti, ma anche gestiti dalla società civile».

Il referendum sull’acqua è al centro anche di alcune iniziative di Legambiente. «Si tratta infatti di una risorsa primaria – ha affermato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria Nazionale di tale organizzazione – che non può sottostare a criteri commerciali, come quelli proposti dal cosiddetto “Decreto Ronchi” e dal “Decreto sulla delega ambientale” che ne obbligano la privatizzazione. Il servizio idrico, infatti, deve continuare a rispondere a criteri di pubblica utilità, con una gestione rigorosa e trasparente che ne garantisca a tutti il libero utilizzo. Pertanto, mettere in forse il referendum significa ridiscutere il diritto di voto e la partecipazione dei cittadini. È una partita troppo importante».
Un'immagine di «Terra Futura» del 2010Gubbiotti ha invitato poi a non abbassare i riflettori nemmeno sul nucleare: «A Fukushima sta accadendo quanto è successo a Chernobyl venticinque anni fa». Crisi economica e ambientale, dunque, si legano indissolubilmente, come emerge anche dal consueto Rapporto Ecoprofugo di Legambiente: in tal senso a Terra Futura verranno presentati tutti i numeri di quanti sono costretti a lasciare il proprio Paese a causa di disastri climatico-ambientali.

Fra crescita illimitata e decrescita esiste una terza via basata sulla tutela dei beni comuni, sulla quale si è soffermato Paolo Beni, presidente dell’ARCI Nazionale: «Le nostre classi dirigenti – ha dichiarato – non sono né attrezzate né interessate a un simile cambiamento, ma dal basso la consapevolezza della sua necessità è sempre più diffusa. A provarlo sono anche i referendum che si terranno a breve [il 12 e 13 giugno, N.d.R.], frutto non di giochi politici di palazzo, ma sollecitati da una mobilitazione di migliaia di cittadini. Il referendum sull’acqua pubblica, infatti, è stato chiesto da un milione e quattrocentomila cittadini, contro la soglia delle cinquecentomila firme sufficienti. La risposta di politica e istituzioni è non solo insoddisfacente, ma addirittura deprimente: cercano di depotenziare questo appuntamento di partecipazione popolare, oscurandolo in ogni modo. Solo qualche giorno fa, ad esempio [il 4 maggio, N.d.R.], con una settimana di ritardo rispetto alla scadenza di legge, la Commissione di Vigilanza RAI ha approvato il regolamento sulle trasmissioni televisive sul referendum; e questo per la reiterata volontà da parte di alcune forze politiche di far mancare il numero legale della Commissione. Terra Futura semina pensiero critico, promuovendo il confronto su questi temi, per dimostrare che il cambiamento è possibile anche dal basso».
Lo provano del resto anche i centosessanta progetti di microcredito in Italia e le centinaia di microprogetti di sviluppo – in Italia e all’estero – delle oltre duecento Caritas diocesane, molti dei quali in rassegna a Firenze: «Le microazioni – ha sottolineato don Andrea La Regina, responsabile dell’Area Macroprogetti di Caritas Italiana – sviluppano macrovalori. Occorre puntare sulla “pedagogia dei fatti”, basata sulla concretezza delle esperienze delle realtà locali: gesti di accoglienza, assistenza e servizio che animano comunità e territori, e sono in grado di migliorare la cultura del nostro Paese. Il volontariato resta, in tal senso, strumento di promozione della cittadinanza attiva e della solidarietà: prenderci cura gli uni degli altri, per prenderci cura della Terra». «Al contrario di quanto si pensa – ha concluso -, il volontariato non è affatto in crisi, ma rimane una risorsa fondamentale per il progresso sociale ed economico: dal recente censimento degli organismi socioassistenziali, infatti, sono oltre centomila i volontari impegnati nei soli servizi di welfare promossi dalla Chiesa».

Un'altra immagine di «Terra Futura» del 2010, qui riferita all'area espositivaAnche il lavoro è un bene comune ed è fortemente interconnesso ai diversi temi della sostenibilità. «Sta qui il senso dell’essere presenti come sindacato a Terra Futura», ha affermato Bruna Massa, segretario regionale di FIBA CISL Toscana. «Riteniamo infatti che tra i nostri compiti rientri quello di avere cura anche di chi, non vivendo di rendita, ha bisogno di altre tutele. La conflittualità interna di istituzioni e forze sociali fa oggi molto più rumore dell’impegno unitario dei sindacati in molti ambiti. Non è un caso se a Terra Futura le federazioni dei bancari di CISL, UIL e CGIL rifletteranno assieme sulla nuova rappresentazione del lavoro nel mondo che cambia».

Alla Fortezza da Basso di Firenze, quindi, si sta preparando un ampio panorama delle buone pratiche già esistenti e sperimentate nelle nostre città e sui territori: prodotti, progetti e percorsi, frutto di scelte e azioni di vita, di governo e di impresa che sono l’unica strada possibile verso un futuro più equo e sostenibile.
La vasta rassegna espositiva – che vedrà la partecipazione di oltre cinquemila enti – sarà articolata in tredici diverse sezioni tematiche, numerosi saranno i settori rappresentati: tutela dell’ambiente, energie alternative, finanza etica, commercio equo, agricoltura biologica, edilizia e mobilità sostenibili, turismo responsabile e ancora consumo critico, welfare, impegno per la pace, solidarietà sociale, cittadinanza attiva e partecipazione. Un mondo che sa produrre nuova economia e generare occupazione.
L’evento proporrà anche un ricco programma culturale, fatto di seminari, dibattiti e convegni con esperti e testimoni dei diversi ambìti; e anche numerosi workshop e laboratori, per fare sperimentare ai visitatori come sia possibile declinare la sostenibilità a partire dal quotidiano di ciascuno (in totale duecentottanta appuntamenti).
Tra i progetti speciali di  Terra Futura, da segnalare in particolare la Borsa delle Imprese Responsabili, incontri voluti per favorire nuove opportunità di impresa “verde e sociale” per tutti gli attori di sistema (pubblico, privato eticamente orientato e non profit), il Premio Architettura e Sostenibilità e Terra Futura per la Scuola. (Marta Giacometti)

Nel sito di Terra Futura (cliccare qui), sono disponibili tutti i programmi della manifestazione, che è a ingresso libero. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa dell’evento, tel. 049 8764542, ufficiostampa@ikonstudio.it.
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