Come avevamo già preannunciato nei giorni scorsi, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) parteciperà attivamente – giovedì 23 giugno a Roma – alla grande manifestazione nazionale di protesta contro i tagli in ambito di politiche sociali, indetta dal Forum del Terzo Settore e dalle varie organizzazioni aderenti alla Campagna “I diritti alzano la voce“.
Vediamone le ragioni, in questo documento diffuso congiuntamente con la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) – che a sua volta aderirà alla manifestazione – sottoscritto dai rispettivi presidenti nazionali Pietro Barbieri e Giovanni Pagano.
Risorse e politiche per i diritti delle persone disabili: è questa la netta e forte istanza che proviene, in modo compatto, dalle organizzazioni delle persone con disabilità.
L’Italia spendeva già poco per il sociale: in rapporto al PIL [Prodotto Interno Lordo, N.d.R.] stanziava meno della Polonia; era al passo con la Bulgaria. Ora spende ancora di meno: smantellando un sistema pur minimo di protezione, gli effetti si sentiranno inclementi sull’emarginazione, sull’impoverimento, sul rischio di istituzionalizzazione.
Da due anni, infatti, radicali e indiscriminati tagli alle politiche sociali hanno spinto verso un’ulteriore emarginazione un numero sempre maggiore di persone anziane o con disabilità. La cancellazione progressiva del Fondo per le Politiche Sociali e di quello per la Non Autosufficienza priverà di ogni assistenza – dal 2012 – il 20% delle persone disabili al Nord, il 30% al Centro e il 50% al Sud.
Uno scenario drammatico che penalizza le famiglie, sovraccaricandole e impoverendole ulteriormente.
I dati statistici pubblicati dall’Istat, secondo i quali il 25% della popolazione, in Italia, vive un’esperienza quotidiana di emarginazione, tenderanno, inevitabilmente, a modificarsi in peggio. Una prospettiva, questa, resa ancor più cupa, visti anche i tagli alle politiche per il lavoro dei disabili e le sempre più risicate risorse per la scuola che stanno generando, di fatto, il ritorno alle “classi speciali”.
Dal prossimo anno, infatti:
– il Fondo per le Politiche Sociali sarà cancellato; nulla arriverà alle Regioni;
– il Fondo per la Non Autosufficienza (già abrogato dal 2011) non verrà ripristinato;
– il Fondo per il Diritto al Lavoro delle persone disabili (Legge 68/99) sarà tagliato del 75%.
– la riduzione delle risorse sulla scuola sarà causa di rinnovati gravi disagi per gli studenti con disabilità.
A questo si aggiunga un’implacabile – quanto inefficace, costosa e infarcita di toni stigmatizzanti – crociata contro le presunte “false invalidità”, che maschera, in modo malcelato, la volontà di tagliare le pensioni ai veri invalidi, a chi davvero ha vitale necessità di quei 250 euro mensili.
Quotidianamente, infatti, si assiste a revoche indiscriminate di pensioni e indennità a persone gravemente disabili e oltre al danno si ingenera e rafforza un contenzioso giudiziario che ha raggiunto livelli endemici: quasi 400.000 cause giacenti.
A carico dello Stato, intanto, dal 2009 al 2012 vengono effettuate 800.000 verifiche e nelle more di questa “biblica” campagna di controllo, l’INPS non riesce a gestire adeguatamente l’ordinaria amministrazione, con i tempi di attesa del riconoscimento dell’handicap e dell’invalidità notevolmente allungatisi, nonostante gli interventi normativi e l’informatizzazione del sistema.
Contro la compressione dei diritti civili e umani delle persone anziane e con disabilità, chiediamo:
– il ripristino e l’adeguato finanziamento del Fondo per le Politiche Sociali;
– il ripristino e l’adeguato finanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza o, in alternativa, l’introduzione normativa di una quota di riserva sul prelievo fiscale di Regioni e Comuni e sul cosiddetto Fondo Perequativo del federalismo fiscale;
– l’emanazione tempestiva dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociale [LIVEAS, N.d.R.], come da dettato costituzionale, per garantire il diritto di cittadinanza in tutto il Paese;
– il ripristino integrale del Fondo per garantire percorsi di inserimento mirato al lavoro delle persone con disabilità;
– l’eliminazione di qualsivoglia disposizione di legge finalizzata alla reintroduzione delle classi speciali;
– la revisione della normativa relativa al riconoscimento e alla verifica delle minorazioni civili e alla concessione delle provvidenze economiche, a maggiore tutela e garanzia dei diritti delle persone con disabilità, la cui esigibilità è notevolmente peggiorata negli ultimi due anni.
La forma più subdola di discriminazione è quella omissiva. Consiste nel “dimenticarsi” delle risorse e delle soluzioni che possono consentire alle persone di vivere dignitosamente, con pari opportunità, nella collettività di cui sono parte.
Contrastiamo anche questa inaccettabile declinazione dei comportamenti discriminatori!
*Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
**Presidente nazionale della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
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